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Ateneo di Bologna: a Economia la prima laurea senza tesi

Dic 8, 2016

BOLOGNA – Tesi addio. Al corso triennale in Economia, mercati e istituzioni dell’Alma Mater arriva la prova scritta al computer: titoli scelti dalla commissione d’esame su argomenti anticipati due mesi prima e qualche ora di tempo per scrivere il “tema”. Una sorta di Maturità accademica che fa infuriare gli studenti, ma che viene difesa a spada tratta dai professori: “Così i laureandi non copieranno più come prima, basta con le tesine fatte col copia e incolla”.

La novità scuote Economia. Gli universitari del collettivo Rethink in due giorni hanno raccolto 150 firme contro l’eliminazione della tesi triennale e indetto un’assemblea domani alle 12 nelle aule di via Ranzani. “E’ una tappa importante del percorso di studi triennale, un momento di espressione reale e di allargamento personale delle frontiere del sapere”, dice Valerio Tuccella, rappresentante in senato accademico del collettivo di Economia. Sul fronte opposto i docenti. In mezzo il dibattito sul valore della prova finale nelle lauree triennali.

La decisione presa nel corso di Economia tocca un nervo scoperto introdotto con la riforma del “3+2”: che peso ha l’elaborato finale dopo tre anni di studi? Gli studenti diventano dottori con una “tesina” di qualche decina di pagine. Una prova che difendono, come momento “creativo”, ma che i professori stavolta hanno deciso di togliere, rendendola un esame scritto uguale per tutti davanti ad un computer.

“Arrivavano lavori abborracciati, scritti all’ultimo minuto e purtroppo in più casi abbiamo riscontrato problemi di copiature, testi fatti col copia e incolla da Internet”, spiega Stefano Toso, coordinatore del corso. Un’altra ragione avanzata dai professori della triennale è l’aumento degli iscritti: le matricole in cinque anni sono raddoppiate, passando da 110 a 226. Questo ha comportato un aumento del carico didattico, tra l’altro diviso in modo iniquo: chi seguiva due tesine, chi venti, chi arrivava a quaranta. “In questo modo il lavoro sarà uguale per tutti” continua il docente di Scienza delle finanze. Ma il braccio di ferro con gli studenti è soprattutto sul valore della prova. “Nella nostra triennale vale cinque crediti formativi, meno di un esame – sottolinea Toso -. Non può essere considerato un lavoro creativo, di verifica della propria attitudine alla ricerca. La vera tesi si fa alle magistrali, lì l’elaborato vale 30 crediti formativi”.

Il bubbone è scoppiato all’ultimo consiglio di corso a novembre, quando gli studenti sono venuti a conoscenza della novità, già sperimentata da alcuni anni alla triennale in Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì. Il modello, che ha portato la maggioranza degli studenti del polo romagnolo a laurearsi in corso, è stato importato a Bologna. “Una scelta nell’interesse degli studenti e nostro”, insiste il professor Toso. Non la pensa così lo studente

Valerio Tuccella: “Lavori copiati? Il problema per noi è dare più valore alla tesi, rilanciarla nella sua importanza, non eliminarla. Questa scelta, calata dall’alto, crea solo malcontento, è il segnale di una linea politica che contestiamo: laureare in fretta, velocizzare i percorsi di studi secondo le necessità del mercato”. Gli studenti di Rethink parlano di “un processo di indebolimento acritico dei percorsi di studio”.

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