• 5 Maggio 2024 9:35

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Scalata a Mediaset Bolloré indagato a Milano per aggiotaggio sui titoli

Feb 24, 2017

MILANO – Il nome del finanziere francese Vincent Bolloré è finito sul registro degli indagati della Procura di Milano. Il principale azionista del gruppo televisivo Vivendi è indagato per concorso in aggiotaggio. Questo è lo sviluppo dell’indagine aperta un mese fa dai pm milanesi, Fabio De Pasquale e Stefano Civardi, in seguito all’esposto presentato da Mediaset. Nel mirino è finita la scalata a Mediaset dal gruppo Vivendi, dopo che nell’estate scorsa tra i due colossi televisivi era stato raggiunto un accordo. L’intesa di luglio prevedeva che i francesi avrebbero preso il 100 per cento di Mediaset Premium, la deficitaria pay-tv del Biscione. Vivendi avrebbe pagato Premium con un pacchetto di sue azioni (pari al 2,962% del capitale sociale). La casa madre Mediaset avrebbe ottenuto anche un altro fascio di azioni (lo 0,538% di Vivendi) e girato ai francesi, a sua volta, un 3,5% del proprio capitale.

Dopo l’estate, a sorpresa, il gruppo transalpino ha spedito questo contratto su un binario morto lasciando intendere che la situazione finanziaria di Mediaset Premium era molto più grave di quanto immaginasse. Le tensioni tra Vivendi e il Biscione hanno immediatamente depresso l’andamento del titolo della società milanese. E Vivendi questa l’accusa della famiglia Berlusconi – ne avrebbe approfittato per avviare la scalata ostile a Mediaset. Dopo l’esposto degli italiani, i pubblici ministeri milanesi hanno sentito in due occasioni, ma come semplice testimone, il finanziere tunisino Tarak Ben Ammar, considerato molto vicino sia Bolloré sia a Berlusconi.

Oltre al fronte giudiziario, Vivendi ha aperto quello regolamentare. E ieri l’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine ha tentato di spargere ottimismo. A suo parere, il colosso francese ha in mano gli argomenti utili per rispondere al nostro Garante per le Comunicazioni (l’AgCom) che ha aperto una formale istruttoria sul caso. Arnaud de Puyfontaine, in particolare, sostiene che Vivendi non controlla né Telecom Italia e neanche Mediaset. Perché questo è il motivo del contendere. L’AgCom ha acceso un faro sulla presenza sempre più forte di Vivendi in due settori confinanti, delle telecomunicazioni e della televisione italiana. Il colosso guidato da Vincent Bolloré ha una quota del 24,68% in Telecom Italia e questa posizione – sempre secondo Mediaset – la mette in una condizione di “material influence”. I francesi, insomma, sono sospettati di comandare in casa Telecom Italia. Nello stesso tempo, Vivendi ha in mano il 28,8 per cento del capitale di Mediaset e il 29,94% dei diritti di voto (effetto delle sue tumultuose acquisizioni di dicembre). Ora il nostro Garante ricorda che chi controlla un’azienda forte di una quota superiore al 40 per cento nel mercato delle tlc (come è Telecom Italia) non potrebbe assumere anche il controllo di Mediaset. Il Biscione, a sua volta, è un gigante perché detiene una porzione superiore al 10 per cento della torta delle comunicazioni editoriali (che l’AgCom chiama Sic).

Arnaud de Puyfontaine invita il governo italiano e le nostre autorità di vigilanza a valutare che la strategia di Vivendi è in sintonia con quanto avviene in tutto il mondo. Sul piano manageriale – spiega – è del tutto virtuoso che si tentino delle nozze tra società che operano in Internet e altre specializzate nella distribuzione di contenuti televisivi. In ogni caso, il manager francese è consapevole delle difficoltà che sono in campo. Per questo si dice pronto ai «diversi scenari che si potranno realizzare».

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close