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Droga a Roma, blitz della Gdf: tra 5 arrestati c’è anche un Casamonica . “Aveva contatti con Narcos”

Gen 30, 2019

Essersi fatti promotori di un “cartello” di gang operanti nel settore del narcotraffico, consorziatesi allo scopo di finanziare e organizzare l’acquisto di ingenti partite di droga provenienti dal Sud America e destinate ad alimentare le piazze di spaccio romana e napoletana.

E’ l’accusa rivolta a quattro dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione “Brasile low cost”, condotta dalla Guardia di finanza della capitale tra Italia e Albania. Si tratta di Salvatore Casamonica, 42 anni, da alcuni mesi già in carcere; Silvano Mandolesi, 50 anni, attualmente ai domiciliari; Tomislav Pavlovic, 39 anni, montenegrino; Dorian Petoku, 30 anni, albanese. Marcello Schiaffini, 52 anni, agli arresti domiciliari, risponde invece del reato di favoreggiamento personale.

Dalle indagini, che si sono avvalse anche del contributo di due collaboratori di giustizia, è emerso che Casamonica era il referente del clan per il traffico della droga. Per gli inquirenti sarebbe stato lui lo “snodo centrale” dell’importazione in Italia di 7 tonnellate di cocaina, pari all’intera produzione annua di un cartello colombiano.

La droga sarebbe dovuta partire dal Brasile e arrivare a Roma utilizzando un aereo privato con carichi da una tonnellata. La prima importazione, a fronte di un ‘investimento’ di circa 4,5 milioni di euro da parte dell’organizzazione, non si concretizzò a causa dell’arresto di Salvatore Casamonica nell’ambito dell’operazione Gramigna di luglio scorso.

Contemporaneamente, Petoku si relazionava con taluni narcotrafficanti brasiliani per reperire ulteriori quantitativi di droga, supportato da Pavlovic, il quale si recava a più riprese in Brasile, a San Paolo, per curare gli aspetti logistici del traffico e adoperarsi – con l’aiuto di gruppi criminali locali – nel tentativo di corrompere funzionari doganali in servizio presso lo scalo aeroportuale della metropoli brasiliana. Schiaffini, infine, si sarebbe fatto latore, in più circostanze, di messaggi del Casamonica indirizzati agli altri complici, in modo da evitare contatti diretti tra gli indagati e minimizzare il rischio di essere intercettati.

Nel corso delle indagini sono stati impiegati anche agenti sotto copertura. Gli agenti undercover, non solo italiani, sono riusciti a entrare in contatto con lui conquistando la sua fiducia e ottenendo compiti per perfezionare la pianificazione delle importazioni di droga, come il reclutamento del volo privato e del pilota per far arrivare la droga a Ciampino. A collaborare con gli investigatori italiani la DEA statunitense e la polizia di Ginevra che hanno messo a disposizione agenti sotto copertura e anche un aereo.

L’operazione è tuttora in corso nel Lazio e in Toscana e in territorio albanese, dove, in collaborazione con le autorità di polizia del posto, si sta procedendo all’arresto di Petoku.

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