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Governo già in crisi sui sottosegretari. Conte imbufalito dà l’ultimatum – Il Tempo

Set 12, 2019

Non si può aspettare. Il premier Giuseppe Conte striglia gli alleati e chiede un’accelerata sulla partita dei sottosegretari. Il presidente del Consiglio attendeva una risposta, con l’auspicio di completare la squadra con il Cdm. Nulla di tutto questo è accaduto, la faccenda si è “incartata”, riferiscono, soprattutto in casa del Movimento 5Stelle, dove ci sarebbero più candidature che poltrone, con diversi maldipancia da sedare. A margine del vertice sui migranti, durante un breve colloquio tra Conte, Luigi Di Maio e Dario Franceschini, è stata evidenziata la difficoltà di procedere in fretta, contrariamente a quanto chiesto dallo stesso Conte da Bruxelles, e rinviare tutto alla prossima settimana.

Il capo del governo non ci sta. La mancanza dei sottosegretari produrrebbe uno stallo, sia in Parlamento che tra le mura dell’esecutivo, in un momento in cui si deve andare veloci e essere presenti. Appuntamenti internazionali, scadenze economiche e soprattutto leggi che stagnano a Camera e Senato, leggi che potrebbero subire uno stop non necessario. Da qui il pressing del premier sui Di Maio e Franceschini, al termine della riunione del Cdm, per mettersi a lavoro e sciogliere i nodi, andando anche in notturna, e portare la lista dei nomi prima che Conte parta per la sua visita nelle zone terremotate. Il progetto sarebbe quello di chiudere sulla squadra prima della partenza e poi procedere con il giuramento appena possibile,cercando di incastrare il tutto nella fitta agenda del weekend (visto che sabato Conte sarà a Bari per la Fiera del Levante). Una deadline a cui entrambi i capodelegazione avrebbero risposto “presente”.

Le quote restano comunque quelle stabilite: 42 sottosegretari (20 a M5S, 18 a Pd e 2 LeU). Le grane restano l’editoria e i servizi segreti, il cui destino sembra viaggiare di pari passo. Conte ha già annunciato di voler tenere per sé la responsabilità degli 007, mentre Di Maio, con cui al momento non ha dei rapporti buonissimi, vorrebbe piazzarci uno dei suoi. Le pressioni sarebbero per Vito Crimi, che lascerebbe così vacante il posto all’editoria, dove sarebbe tornato in pole Walter Verini e conseguentemente sarebbero scese le quotazioni di Andrea Martella (entrambi del Pd). Nella squadra M5s sembrerebbero quasi certi Vittorio Ferraresi (Giustizia), Manlio Di Stefano (Esteri), Giancarlo Cancelleri (Mise), Claudio Cominardi o Davide Tripiedi (Lavoro), Stefano Buffagni e Laura Castelli (Economia), Mauro Coltorti (Mit), Giorgio Trizzino (Salute), Carlo Sibilia (Interno), Francesco D’Uva (Cultura), Angelo Tofalo (Difesa), Emilio carelli (Editoria o Mise). In quota Pd, ma tra i renziani, si fanno avanti Anna Ascani (Istruzione), Luigi Marattin (Economia), Emanuele Fiano (Interno), Simona Malpezzi (Istruzione), Salvatore Margiotta, Mario Cociancich e Dario Stefano. Al Nazareno in aggiunta si parla di Antonio Misiani (Economia), Giampaolo Manzella (Mise), Lia Quartapelle e Marina Sereni (Esteri), Roberto Morassut e Debora Serracchiani. A Leu potrebbero andare, invece, due “poltrone” tra Michela Rostan e Rossella Muroni. Lavora a un nome esterno al Parlamento Sinistra italiana.

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