MILANO – Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è convinto che la recessione italiana certificata dall’Istat sia un male passeggero e che presto partirà la riscossa. La pensa diversamente il motore economico del Paese, ovvero gli industriali che vedono il 2019 pericolosamente vicino a quota zero.
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La Commissione Ue accusa Roma: recessione colpa del governo
dal nostro corrispondente ALBERTO D’ARGENIO
E’ laconico infatti il commento del Centro studi di viale dell’Astronomia al momento economico del Paese: l’Italia perde colpi “ipotecando il 2019”. Secondo gli industriali, i dati negativi in Italia nella seconda metà del 2018, aritmeticamente, contano molto nel calcolare la crescita annua del Pil nel 2019: il “trascinamento”, cioè l’eredità lasciata in dote al nuovo anno, è -0,2%.
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Non solo, ma faticano a vedersi quei segnali di riscossa che scorge Conte: la dinamica a inizio 2019 sarà debole. Nota il Centro studi che il Pmi manifatturiero a gennaio (ovvero l’indice che anticipa l’andamento del settore attraverso l’intervista ai direttori agli acquisti nelle aziende, ndr) cade molto sotto soglia 50 (quella che separa la contrazione dall’espansione economica, ndr); nei servizi è poco sopra, alla fine quindi la produzione è stimata quasi piatta. Insomma, anche se il Pil risalisse dal secondo trimestre, secondo Confindustria, è alta la probabilità di una crescita annua poco sopra lo zero.
Ansie certificate nuovamente dall’istituto Ihs Markit, che traccia appunto gli indici Pmi e segnala stamattina il crollo ai minimi da cinque anni e mezzo l’attività del settore manifatturiero tricolore: a gennaio il relativo indice ha segnato un ribasso a 47,8 punti da 49,2 dello scorso dicembre, toccando il livello più basso da maggio 2013. L’attività del comparto risulta in contrazione per il quarto mese consecutivo. Tra i dati messi in evidenza, preoccupante il fatto – segnalato dall’istituto di ricerca – che a gennaio “le imprese manifatturiere” abbiano “ridotto i loro livelli del personale per la prima volta in più di quattro anni, con le imprese campione che hanno riportato di non aver rimpiazzato il personale dimissionario e di non aver rinnovato i contratti a tempo determinato”.
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Parole e musica che stridono fortemente con la convinzione del premier Conte, che in un’intervista a Povera Patria – la trasmissione della polemica sul signoraggio bancario – in onda stasera su RaiDue dice: “Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire. L’Italia ha un programma di ripresa incredibile. C’è tanto entusiasmo e tanta fiducia da parte dei cittadini e c’è tanta determinazione da parte del governo”. Proprio sui rapporti interni alla maggioranza: “Andiamo tutti d’accordo; non litighiamo. Noi ci confrontiamo. Non ci sono motivi di divergenza, assolutamente”.
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