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40-esimo morte Alfred Hitchcock, La meglio auto (tedesca) dei meglio gialli con i meglio attori (anglo-americani)

Apr 29, 2020

Proprio mentre mi accingo a dedicare qualche minuto allo scegliere il prossimo pezzo per Automoto.it, da fare uscire rapido possibilmente, ecco nel dashboard redazionale (strumento virtuale ma principe, di questi tempi) uno dei validi suggerimenti del buon Lombardi: oggi ricorrono i 40 anni dalla morte di Alfred Hitchcock. “Mannaggia” direbbe un noto commentatore sportivo. È quasi sera, ci sono varie incombenze e non certo tutto il tempo per fare un pezzo degno del nome, della storia.

Prima di vedere un suo film dopocena, perché di certo ne daranno più d’uno in TV, possiamo almeno ripensare alle sue opere trovando auto “di livello” che vi sono state parte. Certo, parti marginali, all’ombra di protagonisti umani capaci di interpretare con maestria scene intriganti. Quelle scene vecchie e note ma sempre emozionanti, per come previste abilmente dal maestro inglese. Con quel pizzico di umorismo, immerso nella costante suspense. Si parla di attori come Robert Cummings, Ray Milland, Anthony Perkins, James Stewart o Cary Grant e soprattutto donne fascinose. Come poche al tempo: da Marlene Dietrich, Grace Kelly, Joan Fontaine, Vera Miles e Ingrid Bergman, fino a Kim Novak. Se i film del buon Alfred erano “di paura” invero anche le auto, che sotto sotto sceglieva e usava bene, quanto gli attori, sono “da paura”.

Auto da Hitchcock (che non guidava)

Ok il pensiero che al fanatico dei motori medio sta già correndo sappiamo dove (visto anche il perido caldo ma di clausura)… Però a noi, prima di immergerci nelle sensazioni di uno dei suoi film, occorre ricordare “l’auto top” di quelle pellicole e non “la bionda”. Perché principalmente l’attrice protagonista lo era, di capigliatura chiara.

Inglese morto a Los Angeles, dove per anni ha lavorato nel cinema e nelle serie TV, Hitchcock forse senza volerlo ci lascia nelle sue riprese modelli di auto divenute icone, qualcuna grazie anche a lui. Già, proprio lui che, a quanto si dice, non guidava per paura (eppure la sua patente è stata rinnovata fino a pochissimi anni dalla morte).

Facendo fatica ed essendo impossibile essere ora esaustivi, lascio a eventuali commenti esperti la citazione di quanto vi sia di raro, per serie o allestimento d’auto comparsa nei moltissimi film. Di mio ricordo banalmente che spesso erano vetture scoperte e una delle più belle, senza doversi mettere a far troppi confronti è lei, ancora una volta: la 356 Speedster di Porsche (qui la prova).

Macchinetta che piaceva abbastanza negli USA, al debutto (fatta apposta per loro) e che vale una fortuna per quanto piace, ovunque, oggi. Compare di sfuggita invero, come accaduto per la più nota forse, almeno ai giovani, BMW M3 E30 di Eyes Wide Shut. Possiamo credere sia un caso, il passaggio della scoperta tedesca protagonista invero di molte altre pellicole americane, oppure no, come probabile: Hitchcock approved, di colore nero e semi-nascosta per stimolare l’attenzione di chi conosce il modello.

Facendola meno difficile, la scelta, tra le auto notevoli durante scene intere dei film di Hitchcock, guidate da attori, certo anche modelli americani: come la Ford Custom 300 di “Psycho” o la Mustang di “Complotto di famiglia” e una immancabile Jeep Willys (in “Topazio”). Però il DNA non si tradisce e un po’ di nazionalismo a quattro ruote, lo si trova anche nel periodo americano del grande regista.

Vetture inglesi di inizio carriera, come le pre-war Lagonda LG45 de “Il sospetto” e la Bentley 4¼ Litre ne “Il prigioniero di Amsterdam”, si uniscono a modelli del dopo guerra, come Lagonda V12, Jaguar MK VIII (Vertigo) e… Ah, ecco la vincitrice effettiva, per ruolo da protagonista a 4 ruote: Aston Martin DB2/4 Drophead Coupé del 1950 (ne “Gli uccelli”). Notevole e di nicchia, anche la Sunbeam Alpine Mk I di “Caccia al Ladro”.

Pensando a tutte quelle scene, viene in mente come erano e sono ancor oggi belli certi panorami e certe ambientazioni, scelte da Hichcock. Spesso della Vecchia Europa e non di Hollywood. Allora, quando arriveranno le Fasi 2 e 3 post-Covid, o come diavolo le chiameranno, certo una vettura aperta come quelle citate fa molto bene da compagna di viaggio… E spensieratezza che ora manca, a mezzo mondo. Intanto, ci accontentiamo del paio di orette intense da seduti, che un film del maestro del brivido ci offre in serata.

Breve passaggio, per un'auto al tempo nemmeno così ricca, anzi, ma che oggi vale una fortuna: la 356 Speedster Porsche

Breve passaggio, per un’auto al tempo nemmeno così ricca, anzi, ma che oggi vale una fortuna: la 356 Speedster Porsche

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