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WRC19, Monte-Carlo: Ogier (Citroen) un Mostro

Gen 27, 2019

Gap, Francia, 27 Gennaio 2019. Si arriva all’ultima Tappa con un carico emotivo insostenibile, e non è finita. Due sole Macchine sono in lotta per la vittoria. La Citroen C3 WRC di Ogier-Ingrassia, e la Hyundai i20 WRC di Neuville-Colsoul. Le due Auto sono separate da un’inezia, 4 secondi e 3, e alle loro spalle, ma distanti due minuti e fuori gioco da tempo, Loeb, Latvala e Tanak se la giocano per il terzo gradino sul Podio. Dopo l’errore di venerdì, nella mente di Kris Meeke, quinto a cinque minuti, un solo pensiero: vincere il Power Stage in uno show di potenza. Anche Neuville ha sbagliato, è finito in una biforcazione a lato per l’eccessiva foga. L’errore, per fortuna, risulta modesto e non costa troppo, il belga si riprende prontamente. Con tutta probabilità, tuttavia, è proprio quello il momento in cui Neuville consegna la Gara a Ogier. Lo si vedrà, comunque, solo al termine di una battaglia memorabile, per molti versi simile al Sardegna Italia 2018, ma certamente più intensa, oltremodo enfatizzata dal contesto ambientale e dalle motivazioni, i “temi” dell’87° Monte-Carlo.

Due in particolare, l’ultimo appello di Hyundai e il ritorno di Sébastien Ogier in Rosso. È il primo appuntamento nella nuova configurazione, e il record parla chiaro: Ogier ha vinto le ultime cinque edizioni del Monte-Carlo (senza contare l’edizione 2009 quando non era Mondiale). Dopo Volkswagen e Ford, è ora di farlo anche con Citroen, che arriva al mitico appuntamento monegasco in un quadro storico importante. 99 vittorie all’attivo e il centenario della fondazione della Casa automobilistica. Non c’è modo migliore, e carico di responsabilità, per sperimentare per la prima volta sul campo il “pacchetto” C3 WRC-Ogier-Ingrassia, per mettere insieme il quale ci sono voluti anni di lavoro e di frustrazioni.

È il Rally delle intelligenze, necessarie per capire dove sta il limite e non cadere nella tentazione di strafare. Lo capiscono subito anche Ogier e Neuville, che non è possibile tenere il passo di Tanak nelle prime battute del Rally e si accodano al ciclone estone. Più avanti lo capirà lo stesso Tanak, in quella forma di sfortuna e avvertimento che corrisponde al cambio di una ruota durante la settima Speciale. Non capiranno Mikkelsen, Lappi, Evans, lo stesso Meeke con tre cerchi distrutti. A dire il vero la gara della “Punta” Toyota era già in parte compromessa dall’annullamento della terza Speciale, la prima del Venerdì, che aveva stravolto i risultati delle scelte dei pneumatici, portando i chiodi acuminati dove non servivano più. È un momento di grande nervosismo al quale non tutti reagiscono convenientemente. Ogier, e soprattutto Neuville che è passato al comando, non fanno una piega e guardano avanti. Inizia la battaglia.

La seconda Valdrome-Sigottier e la seconda Roussieu-Laborel, sesta e settima della serie, sono due Speciali fondamentali. Neuville entra troppo forte alla partenza della prima e non può controllare la i20 che finisce in una strada laterale, e paga una non buona scelta di gomme nella successiva. Ogier sceglie bene e, soprattutto, ha la massima cura nella guida nella settima, che presenta una brutta serie di tagli. Prudenza anche nella successiva Curbans-Piegut, e la situazione si stabilizza con Ogier davanti a Neuville. 2 secondi appena. La terza Tappa di sabato è uno stillicidio di attenzioni. Il Rally più famoso del Mondo si spacca in due. Tanak riprende a macinare episodi, vincerà le quattro Speciali in programma, Meeke riprende velocità, Ogier si prefigge di difendere con la massima attenzione il piccolo bottino di guerra dagli assalti di Neuville e delle circostanze. A intelligenza risponde intelligenza, e anche Neuville si allinea alla scelta prudenziale, evitando sortite pericolose e cercando di mantenere, o di migliorare di poco, la posizione.

È una partita a scacchi. Due volte fa meglio Ogier, due Neuville che al termine della giornata si allontana dal leader di altri due secondi appena. Si va alla giornata conclusiva con un margine di 4 secondi e 3, troppo poco per mettere in campo delle strategie troppo elaborate. Con i punti Power Stage in ballo la battaglia diventa aperta e decisiva. Strano a dirsi Tanak, che ha capito la lezione, vince le prime due Speciali ma poi tira i remi in barca. In luogo di lanciare l’attacco al Power Stage, promessa di guerra di Meeke, si concentra sulla difesa del terzo posto assoluto frutto di un recupero già notevolissimo. Neuville non ha più scelta e rompe gli indugi alzando l’asticella. Parte all’attacco, ingolosito anche da un piccolo problema denunciato da Ogier. La C3 resta accelerata, soprattutto in frenata quando parte da sola. Non è dato sapere quanto il problema incida sulla condotta di Gara e sulla serenità dell’Equipaggio, né se… alza il minimo alle capacità di controllo di Neuville. In fondo non si capisce quanto il problema sia grave e quanto un pretesto disturbatore. Comunque, Ogier e Ingrassia si fermano nel trasferimento tra il primo e il secondo giro e, seguendo le istruzioni della “base”, riducono l’entità dell’avaria. Neuville fa meglio di Ogier nelle prime tre Speciali finali e recupera quasi tutto il disavanzo. Incredibile, si va alla bella del Power Stage con Ogier in testa di appena 4 decimi di secondo, in un clima di tendenza che lo vede in crisi.

La “bella” è… stupenda. A parte Kris Meeke, che mantiene la promessa e stacca un tempo inarrivabile, Ogier, forse aiutato dai freni che… accelerano, è secondo, quasi due secondi meglio di Neuville. Ha dato tutto, e quando arriva al traguardo fa fatica a realizzare. È lo sguardo di suo padre, eloquente, che riporta il Pilota di Casa alla meravigliosa realtà. Una stretta di mano a Ingrassia e via, sul tetto della C3 WRC a festeggiare. 14 chilometri scarsi, indimenticabili. È la centesima vittoria di Citroen nel WRC, quasi vent’anni dopo il primo successo di Bugalski-Chiaroni su una Xsara, nell’anno del centenario della Fabbrica, al Monte-Carlo. Questo è il Pilota che può fare la differenza. Oggi enorme. Forse un po’ amareggiati, ma non certo scontenti in casa Hyundai. Il secondo posto di Neuville, migliore risultato del Pilota in questo Rally al termine di una siffatta, entusiasmante battaglia, è più di un risultato, e il quarto posto ottenuto da un Sébastien Loeb ancora coperto di polvere, sabbia e un po’ di ruggine, dimostra che la Squadra di Alzenau diretta da Andrea Adamo potrebbe essere quella più omogeneamente strutturata per puntare al Titolo Marche (a patto, naturalmente, che Mikkelsen si risvegli da un apparente, pericoloso torpore). Più “scombinata” ma potentissima la formazione Toyota Gazoo Racing, che deve puntare sulla bravura ormai riconosciuta di Ott Tanak, cui comunque, con l’aria che tira, è vietato sbagliare, e affidarsi al “regolatore” Jari-Matti Latvala per lanciare il suo attacco a entrambi i Titoli. In attesa di definizione del ruolo Kris Meeke, al momento battitore libero con licenza di uccidere. Non ci si poteva aspettare molto da M-Sport. È chiaro che per la Squadra di Malcom Wilson è un anno di profondi ripensamenti e di mitigazione degli entusiasmi. Un anno di esperienza, come si dice, che però dovrebbe fare a meno degli errori di Evans, Tidemand e Suninen, non gravi ma appariscenti nel contesto.

Meglio, molto meglio, la fiducia accordata a Gus Greensmith, che cresce a vista d’occhio e che ha vinto la pur deserta prova di apertura della WRC 2 Pro. A proposito, Citroen completa un week end memorabile con la conquista del successo WRC 2 “standard”, ad opera di Yoann Bonato con la C3 R5.

È interessante riflettere su come in un Rally difficile e complesso come il Monte-Carlo, circa il 40% di strade nuove, e condizioni di terreno estremamente variabili, sia fondamentale il lavoro del Team per l’ottimizzazione della strategia. Soprattutto, è sconvolgente la meticolosità che porta alla scelta delle gomme, basate su informazioni fresche dagli asfalti e vere e proprie scommesse nel comporre strani accostamenti, improponibili e sconosciuti nella normale circolazione, unendo e incrociando, per esempio, chiodate e soft, o scommettendo su 4 supersoft consapevoli di soffrire in una speciale di ghiaccio, ma con la certezza di riprendersi un grande vantaggio in quella successiva, più “nera”. Questo per dire, tra le altre, che in meno di un anno Pierre Budar ha portato il Team Citroen Total a un livello di competitività inimmaginabile la scorsa stagione. Scommesse rischiose, anche, enorme dispendio di energie e scelte forti, che danno ora i suoi frutti e rilanciano le Citroen al centro della grande sfida del WRC 2019.

Stagione già incredibile! Si va al Rally di Svezia.

Crediti fotografici: PURE WRC AGENCY. Manrico Martella, Demis Milesi, Carlo Franchi, Simone Calvelli, Aurel Petitnicolas.

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