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Roma, “via i led bianchi da tutto il Centro”. Il salvataggio delle Belle arti

Apr 7, 2017

Dalle bacheche di Facebook alle colonne del New York Times passando per gli appelli di intellettuali illustri, la disputa sulle nuove luci a led è ora approdata nelle ovattate stanze di piazza Campitelli, dove la Sovrintendenza capitolina guidata da Claudio Parisi Presicce ha aperto un dossier per cercare di spegnere una polemica che sta infiammando la città.

L’ipotesi allo studio è di arginare l’invasione delle piastre ultramoderne per lo meno in centro storico, dove dovrebbero tornare le antiche lampade, sempre tecnologicamente avanzate ma con un riverbero più caldo e consono al prestigio di vicoli e piazze, mentre fuori dalle Mura Aureliane il piano di installazione procederà come da programma. Una variazione che, probabilmente, provocherà un piccolo aggravio di costi rispetto ai 48 milioni di investimento complessivo previsto per montare all’incirca 200mila led (metà dei quali già operativi) a fronte però di risparmi che consentiranno di recuperare l’intera spesa nel giro di un paio d’anni.

Troppo rumorosa è stata la protesta, sorprendentemente ampio il fronte antagonista – Legambiente, Fai, Italia Nostra, Comitato per la Bellezza, con Sgarbi e attori vari a dar man forte – per continuare a far finta di nulla. E così la Sovrintendenza ai Beni culturali si è messa al lavoro per tentare di mettere una toppa al frettoloso via libera dalla medesima rilasciato nel 2015, allorché ebbe l’ardire di sostenere che il bagliore dei led poteva ben paragonarsi ai riflessi della luna e dunque nulla avrebbe ostato a vederli risplendere pure tra Piazza di Spagna e vicolo del Cinque, anziché relegarlo solo alle periferia di Tor Bella Monaca o dell’Idroscalo.

Peccato tuttavia che il centro storico di Roma sia gravato da una serie di vincoli – storici, artistici, archeologici, monumentali, paesaggistici e chi più ne ha più ne metta – tutti sussunti nella dichiarazione Unesco di patrimonio dell’umanità, che certo avrebbero sconsigliato una tale operazione. La stessa dichiarazione che ora Parisi Presicce intende utilizzare per chiede e ottenere una correzione in corsa del progetto led. Così da espellerlo una volta per tutte dal cuore antico dell’Urbe. Cancellando come frutto di una allucinazione collettiva quelle che di volta in volta sono state definite luci da obitorio, da frigo acceso, da piano bar.

L’istruttoria della Sovrintendenza è appena all’inizio. Per avere un responso sulla streetlight

fight, bisognerà attendere ancora un po’. Anche se la decisione sembra ormai presa. Conoscendo i grillini, però, l’iter per ripristinare il decoro luminoso del centro storico non verrà annunciato prima di fine mese. Quando in Acea, con l’assemblea dei soci fissata per il 27 aprile, si insedieranno i nuovi manager targati 5S. E la giunta Raggi potrà vantarsi di aver raggiunto un risultato chiesto a gran voce dal popolo romano.

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