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Manovra, chiuso il testo. Il governo: “Mercoledì alle camere”. Nella nuova bozza una flat tax al 15% sulle ripetizioni

Ott 29, 2018

MILANO – La manovra arriverà in Parlamento mercoledì prossimo. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi di M5s e Lega. Il testo è chiuso – spiegano – ed è al vaglio della Ragioneria e del Mef. L’accordo raggiunto in una nuova riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

Intanto circola una nuova bozza. Nell’impianto del nuovo testo da 115 articoli si conferma quanto raccontato nei giorni scorsi da Repubblica, ovvero che saranno varati provvedimenti ad hoc per il reddito di cittadinanza e la quota 100 per il superamento della riforma Fornero: vengono istituti due fondi appositi per l’attuazione delle misure, con la possibilità di compensazione tra di loro.

Nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza si destina fino a 1 miliardo per il 2019 e per il 2020 (quindi 2 totali) ai Centri per l’impiego al fine del loro potenziamento e, fino a 10 milioni di euro per l’anno 2019, al finanziamento del contributo per il funzionamento di ANPAL Servizi S.p.A. Per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione posti a carico del bilancio statale il Governo stanzia nel complesso 4,2 miliardi per il prossimo triennio. Per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico – si legge – sono stanziati 1,1 miliardi per il 2019, 1,425 nel 2020 e 1,775 miliardi nel 2020. Le risorse aumentano rispetto alla bozza precedente. Un capitolo a parte si dedicata all’assunzione di 300 unità per il 2019 e 2020 e 400 unità dal 2021 per l’Ispettorato nazionale del Lavoro.

Al Capo dedicato alla riduzione della pressione fiscale entra una proposta che istituisce un’imposta al 15% per gli insegnanti su quanto percepito da lezioni private e ripetizioni. Dal primo gennaio 2019 “i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado”, potranno chiedere – dispone la norma – l’applicazione di “una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari”.

Si parla poi di istituire un “tavolo caporalato” al ministero del Lavoro e di un bonus per assumere le “giovani eccellenze“, ovvero un incentivo ad assumere laureati o dottori di ricerca consistente nella decontribuzione fino a 8mila euro per 12 mesi. Lo sgravio è limitato all’assunzione a tempo indeterminato di laureati con 110 e lode (in corso) o dottori under 35: si prevede uno stanziamento di 35 milioni per il biennio 2019-2020.

Spunta una limitazione per usufruire della cedolare secca sugli affitti di immobili commerciali. La nuova tassazione al 21%, nell’ultima bozza della legge di Bilancio, si applicherà infatti agli immobili nella categoria catastale C1 di “superficie fino a 600 mq, escluse le pertinenze”. Alla voce delle politiche per la famiglia si incrementa di 100 milioni il fondo relativo; arriva una misura che assegna la metà dei terreni incolti della Banca dati Ismea a famiglie con un terzo figlio in arrivo nel prossimo triennio o giovani imprenditori agricoli che garantiscano una quota del 30% della loro società a quei nuclei.

Al primo articolo, che disinnesca le clausole di salvaguardia, si precisa la riduzione dell’1,5% “strutturale” dell’aumento dell’aliquota agevolata Iva che quindi nel 2019 resterà al 10% per passare nel 2020 all’11,5% (senza quindi salire al 13%). Mentre il rincaro dell’aliquota ordinaria è sterilizzato per il solo 2019 mentre nel 2020, senza ulteriori interventi di sterilizzazione, salirà al 24,1% anziché al 24,9% e dal 2021 al 24,5% anziché al 25%. Di fatto, si conferma così lo stop per intero agli aumenti per il solo 2019 (per circa 12,5 miliardi) mentre si tratta di una sterilizzazione parziale per il 2020 e 2021 (secondo il Dbp rispettivamente per circa 5,2 e 3,8 miliardi). Nel 2019 niente aumenti anche per le accise sulla benzina, che dovrà poi portare nel 2020 un contributo ridotto (da 350 a 140 milioni), che diventano 300 dal 2021.

Per le Regioni che non si adegueranno al ricalcolo dei vitalizi in linea con quanto deciso dalla Camera, entro sei mesi dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, l’anno prossimo ci sarà un taglio del 30% delle risorse. Per quanto riguarda i risparmiatori che hanno perso il loro investimento nelle banche nei mesi scorsi, sale lo stanziamento a 525 milioni nel triennio.

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