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“Cartello” sulla fatturazione 28 giorni, le motivazioni AGCM

Feb 20, 2018

L’accusa di “cartello” mossa dal Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di TIM, Fastweb, Wind Tre e Vodafone si basa sulla scoperta di un presunto coordinamento delle strategie commerciali.

Secondo l’AGCM tutto sembrerebbe essere iniziato dopo l’introduzione degli obblighi regolamentari sulla fatturazione stabiliti dal Garante delle Comunicazioni con la Delibera 121/17/CONS del 15 marzo 2017.

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“Il coordinamento suddetto è sfociato da ultimo nell’adozione di pressoché identiche modalità di attuazione dell’obbligo“, si legge nel documento AGCM. Sotto la lente è finito soprattutto un dettaglio riguardante il ritorno alla fatturazione mensile: la rideterminazione dei canoni, anche se né la legge né le linee Guida AGCOM ne facessero riferimento. Insomma, i principali operatori di mercato – che detengono più del 90% del mercato – avrebbero applicato la transizione con la medesima modalità “creativa”.

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“Il supposto coordinamento tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre sembrerebbe finalizzato a preservare l’aumento dei prezzi delle tariffe determinato dalla iniziale modifica della periodicità del rinnovo delle offerte (da mensile a quadrisettimanale), limitando al contempo il rischio di fuoriuscita dei propri clienti verso i principali concorrenti, in un momento di shock esogeno del mercato”, puntualizza l’AGCM.

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Settembre 2017 – residenziale

L’accusa è pesante perché secondo le indagini gli operatori “avrebbero concertato la variazione delle condizioni contrattuali comunicate ai propri clienti in ottemperanza agli obblighi normativi”.

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Settembre 2017 – mobile

Peraltro, come sottolinea il Garante, “nella maggioranza dei casi, ciò sarebbe accaduto senza procedere ad un incremento dei relativi servizi erogati, comportando quindi un aumento del prezzo unitario del servizio”. Nello specifico sul fronte mobile (oggi) solo TIM e Tre hanno deciso di incrementare i servizi.

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Gli accordi sembrerebbero essere stati “siglati” “in occasione degli incontri e dello scambio di informazioni avvenuti in sede Asstel, primariamente finalizzati a coordinare la posizione degli operatori in relazione all’ottemperanza alla Delibera AGCOM 121/17/2017 e alle iniziative governative”.

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L’AGCM non esclude che l’intesa possa risalire a ben prima della delibera, quindi a partire dal lontano 2015, quando TIM, Vodafone e Wind per prime hanno introdotto la fatturazione a 28 giorni nelle ricaricabili.

Adesso gli operatori avranno 60 giorni per difendersi, fermo restando il fatto che il procedimento dovrà concludersi entro il 31 marzo 2019.

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