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Emergenza coronavirus, rimborsi negati a chi non si imbarca. Enac: “Le compagnie aeree rispettino il decreto”

Mar 11, 2020

La legge italiana prevede rimborsi per tutti i viaggiatori che, a causa dell’emergenza Coronavirus, non possono presentarsi all’imbarco di un volo che viene regolarmente operato. Molte compagnie aeree, però, vanno avanti come se questa legge non esistesse. Non informano i passeggeri di questa possibilità e, soprattutto, negano i rimborsi a chi ne fa richiesta. La risposta – quando una risposta arriva – è quasi sempre la stessa: “Il volo non è stato cancellato, dunque non ne ha diritto”.

Moltissimi lettori ci stanno segnalando questo comportamento soprattutto da parte di Ryanair e EasyJet (anche perché sono quelle che trasportano più passeggeri in Italia), ma anche Swiss Air e Iberia. Eppure Enac, contattata da Repubblica, sul punto è chiarissima: i viaggiatori che non si presentano all’imbarco devono essere rimborsati “perché non possono muoversi dalla zona dove risiedono”.

La base legale è il decreto numero 9 del 2 marzo (all’articolo 28) secondo il quale possono essere rimborsati tutti coloro che non possono partire perché “destinatari di un provvedimento di divieto di allontanamento nelle aree interessate dal contagio”. Un’area inizialmente molto circoscritta ma che il decreto del 9 marzoha esteso a tutta l’Italia.

Emergenza coronavirus, rimborsi negati a chi non si imbarca. Enac: “Le compagnie aeree rispettino il decreto”

Enac fa sapere di essere al corrente del fatto che gli italiani non stanno ricevendo i rimborsi “in quanto abbiamo ricevuto segnalazioni” e specifica che il “decreto numero 9 dev’essere rispettato da tutte le compagnie” facendo intendere che questa pratica potrebbe portare a una sanzione per pratica commerciale scorretta, ma in questo caso i passeggeri devono rivolgersi all’Antitrust. Non solo: a molti lettori è stato cancellato il volo di sola andata o di solo ritorno e chiedono se possono rinunciare anche all’altro viaggio senza perdere i soldi. La risposta di Enac è che sì, ne hanno diritto, sempre in virtù del decreto numero 9.

È di ieri la notizia che Ryanair ha sospeso i voli per l’Italiafino al 9 aprile e altre compagnie hanno preso iniziative simili. I rimborsi negati riguardano i voli operati fino a ieri e quelli che partiranno nei prossimi giorni dalle compagnie aeree che manterranno collegamenti con il nostro Paese.

I passeggeri ai quali è stato cancellato il volo hanno diritto al rimborso, a un volo alternativo (che in questi giorni, però, potrebbe essere difficile da trovare) e anche alla compensazione pecuniaria nel caso in cui il volo sia saltato per “circostanze eccezionali”. L’emergenza Coronavirus, pur essendo senza dubbio “eccezionale” non ha portato alla chiusura di tutti gli aeroporti italiani né ha reso tecnicamente impossibile volare. Ma l’ultima parola in merito spetta a Enac e Antitrust.

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