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Ius soli, Sala & Co. all’attacco. Majorino: “Salvini penoso poveraccio” – ilGiornale.it

Mar 24, 2019

“Io non voglio mettere il cappello su questi fatti, come fanno in tanti. I temi sono complessi…”. la premessa farebbe (quasi) pensare che Beppe Sala si voglia chiamare fuori dalla rissa scatenata dal Partito democratico per rilanciare il dibattito sullo ius soli. E invece, a margine della partenza in piazza Duomo della Stramilano, eccolo andare addosso a Matteo Salvini che ieri aveva invitato Ramy, il 13enne che ha contribuito a fermare Ousseynou Sy, a “farsi eleggere in parlamento” se vuole riformare la legge sulla cittadinanza. “Mi sembra una risposta che non ha senso – ha commentato il sindaco di Milano – è un modo per sfuggire al dibattito”.

Milano è rimasta una delle ultime roccaforti rosse. È da qui, infatti, che puntualmente arrivano gli attacchi, e talvolta pure gli insulti, più duri nei confronti di Salvini e, più in generale, del governo gialloverde. A infiammare la Giunta Sala, nelle ultime ore, è proprio il dibattito sullo ius soli che è tornato al centro dell’agone politico dopo il drammartico attacco allo scuolabus sulla Paullese. Per aver contribuito a salvare i propri compagni di classe, allertando i carabinieri dallo scuolabus, Ramy ha chiesto di essere premiato con la cittadinanza italiana. “Adesso si riattiverà il dibattito sullo ius soli, che è una questione significativa”, ha commentato Sala accusando Salvini di “sfuggire dal dibattito”. In realtà per il ministro dell’Interno la legge va già benissimo così e la cittadinanza italiana non deve essere svenduta come chiede, invece, la sinistra.

Sebbene l’anno scorso la politica ha già messo una pietra sopra sulle velleità del Partito democratico di riformare la legge che regola la cittadinanza italiana, Sala vorrebbe che il parlamento possa tornare a parlarne. “Quindi – ha spiegato – voglio evitare di cavarmela con delle battute, ma certamente c’è un tema di tanti ragazzi che sono nati in Italia e alla fine vivono la nostra cultura”. Nella sua Giunta c’è chi, come l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, che alle accuse ha aggiunto pure gli insulti. “È un penoso poveraccio, ancora una volta protagonista di un comportamento degno di un bullo”, ha tuonato attaccando il vice premier leghista. “A Milano e nelle altre città – ha poi promesso – servono di nuovo attribuzioni simboliche di cittadinanze ai nostri piccoli e giovani concittadini”.

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