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Giulia Facchini: “Un’adozione soft per il bene del minore”

Lug 1, 2016

TORINO. “Di fronte all’avanzata dei progressi della medicina quel che ci vuole è un supplemento di saggezza: è la prima riflessione che mi viene in mente davanti a questa storia di adulti che vogliono essere genitori a ogni costo, e di bambini che diventano protagonisti inconsapevoli di inesorabili battaglie giudiziarie”: Giulia Facchini è avvocata esperta di diritto della persona, di famiglia, e di minori. “Anche se la legge qualche indicazione la dà non esiste un pregiudizio sull’età dei genitori – dice – e questa sentenza lo dimostra. Esiste piuttosto una forma di delirio di onnipotenza che avanza con la scienza, e che può essere arginata solo dalla ragionevolezza”.

I giudici però hanno detto in tre sentenze che la coppia non era in grado di essere famiglia, anche per ragioni anagrafiche. Poi, la stessa Cassazione, ieri ha ribaltato la decisione. Come è possibile?

“La Cassazione si è pronunciata due volte ma rispondendo a domande diverse. Nella prima sentenza restava il dubbio che i genitori avessero abbandonato la neonata. Nella seconda, quella di ieri, questo sospetto è caduto. È in questa occasione che i giudici si sono pronunciati per la prima volta sul diritto di essere genitore all’età in cui si dovrebbe essere nonni”.

Sullo sfondo dell’accusa di abbandono è sempre rimasto il tema dell’età, dicono.

“I giudici che si sono pronunciati prima hanno riconosciuto in quel desiderio irrefrenabile di essere padre e madre, quando naturalmente si potrebbe essere nonni, una mancata attenzione nei confronti del bambino. Hanno ritenuto volessero con questa gravidanza appagare il loro bisogno narcisistico di aver un bambino”.

E adesso chi restituirà la serenità a una bambina che dopo tanti anni torna alla famiglia di origine da cui è stata portata via?

“Il curatore speciale del minore farà valere il suo interesse. Certo in questi anni la bambina avrà trovato un luogo degli

affetti e delle figure di riferimento la cui perdita rischia di avere risvolti devastanti”.

Come dovrebbe finire, allora, questa vicenda?

“Nel mondo ideale i giudici pronuncerebbero una sentenza di “adozione mite” che è legittimante per la famiglia adottiva ma salvaguarda i rapporti con i genitori biologici. Questa soluzione, però, presuppone l’autentica e totale generosità di tutti gli adulti coinvolti”.

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