• 29 Novembre 2024 18:54

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La gravissima crisi della pubblicità sui cartelloni stradali 

Mag 4, 2021

AGI –  Gli operatori della pubblicità esterna scendono in piazza per manifestare in Piazza Montecitorio. “Le famiglie sono sul lastrico sono a rischio 50 mila posti di lavoro tra elettricisti, fabbri, impiantisti, tipografie, grafici. L’intero comparto nel solo mese di febbraio registra una perdita dei ricavi del 70% rispetto all’anno precedente (dati Nielsen-Upa)”.

I motivi sono dovuti al fermo della mobilità che perdura da un anno, e disincentiva le aziende nell’investire in cartellonistica, oltre che dalla generale contrazione economica dovuta alla pandemia. Oltre cento manifestanti chiedono al Governo il rinvio del Canone Unico; il rinvio delle cartelle esattoriali e degli accertamenti; il credito d’imposta come per la pubblicità su radio, tv e giornali; ristori specifici per il comparto.

Le aziende della pubblicità esterna – si legge ancora nella nota – non hanno avuto alcun tipo di ristoro specifico come avvenuto per altri comparti, nessuna agevolazione come per l’occupazione di suolo pubblico a bar e ristoranti, nessun credito d’imposta come per l’editoria (radio, giornali e tv), nessun rinvio degli accertamenti esattoriali.

A questa situazione si aggiunge l’introduzione del Canone Unico, norma che accorpa i precedenti tributi, ed ha generato ulteriore confusione. Ogni Comune adotta un proprio regolamento diverso dall’altro, e adesso i tributi sono pretesi anche dalle Province. Il risultato è che le aziende pubblicitarie si ritrovano a pagare tasse più alte, senza poter fare adeguate previsioni di bilancio, trovandosi sull’orlo del fallimento. La Pubblicità Esterna è invece “amica delle città”.

E si spiega: “Contribuisce con il 50% dei suoi ricavi al miglioramento dell’arredo urbano e alle risorse degli enti locali per garantire servizi. La spinta fornita per la mobilità pulita e l’innovazione tecnologica, con le pensiline spot wi-fi, ed il bike sharing, ha portato le città verso la smartness e gli obiettivi europei espressi nel Recovery Plan. Gli investimenti dal valore di 600 milioni di euro l’anno hanno aiutato infrastrutture della mobilità come aeroporti, metropolitane e trasporto pubblico su gomma”. 

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