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Così il Covid ha aggravato i problemi strutturali del nostro Paese

Apr 14, 2021

AGI – Molti degli attuali problemi strutturali dell’Italia, “sono stati aggravati dalla crisi Covid-19”. È quanto si legge nel nel rapporto dell’Ocse ‘Going for Growth 2021’, nel quale si evidenzia che ora “la priorità fondamentale per la ripresa è migliorare l’efficacia della pubblica amministrazione“, specie per quanto riguarda la “governance degli investimenti pubblici e un migliore coordinamento e attuazione tra i diversi livelli di governo”, e anche per “un utilizzo efficace dei fondi disponibili dallo strumento europeo di ripresa e resilienza (Rrf) e per realizzare i vantaggi delle riforme strutturali”.

Nel suo rapporto l’Ocse mette in evidenza che in Italia molti problemi strutturali, che vanno ancora indirizzati, erano preesistenti alla crisi pandemica. Più nel dettaglio, l’Ocse ricorda che il Pil pro capite degli italiani è inferiore del 26% a quello dei 18 Paesi Ocse più ricchi e che la produttività nel nostro paese è inferiore del 17% rispetto ai migliori risultati dell’Ocse.

Per quanto invece riguarda il tasso di disoccupazione l’organizzazione di Parigi ricorda che esso “è basso ma stava lentamente aumentando prima della crisi del 2020” e che la “diseguaglianza è più alta che nelle altre economie avanzata“.

Secondo l’Ocse in Italia il 20% delle famiglie più povere guadagna il 6,6% del reddito totale. Sul fronte dell’ambiente l’Ocse segnala che il Italia i tre quarti della popolazione “è esposto a livelli dannosi di inquinamento”, anche se le emissioni di gas a effetto serra “sono scese negli ultimi anni”.

“La crisi rischia di aggravare i tassi di occupazione già bassi e di aumentare ulteriormente la disuguaglianza, in particolare nel contesto di scarse competenze e livelli di apprendimento permanente”.  

“Un’efficace fornitura di servizi di istruzione, impiego pubblico e attivazione del mercato del lavoro può aiutare a mitigare le discrepanze nelle competenze e nella ricerca di lavoro, in particolare per i giovani e altri lavoratori vulnerabili”.

“Ciò – aggiunge l’Ocse – richiede il superamento degli ostacoli al coordinamento tra vari livelli e agenzie di governo e la considerazione delle priorità di finanziamento. Allo stesso tempo, la riduzione della complessità del sistema fiscale, l’ampliamento della sua base e gli sforzi continui per migliorare l’amministrazione fiscale migliorerebbero l’efficienza e l’equità della struttura fiscale per sostenere meglio l’occupazione e la crescita”.

Più nel dettaglio, l’Ocse raccomanda di migliorare “la progettazione e l’adozione dei corsi di apprendimento permanente”, di “aumentare la rilevanza della formazione professionale e di altro tipo per le imprese, anche in ambito Stem e digitale, e definire e applicare standard di qualità”.

E ancora di “migliorare i programmi di ricerca e formazione del lavoro e applicare livelli minimi di servizi in tutto il paese, guidati dall’Anpal, attraverso l’aumento del rapporto tra persone in cerca di lavoro e la specializzazione dei consulenti”, di “sostenere un maggiore accesso allo sviluppo della prima infanzia e all’assistenza all’infanzia per i bambini da 0 a 3 anni” e di “garantire che la protezione sociale sostenga l’ingresso dei beneficiari nel mercato del lavoro e l’accesso al reddito da lavoro”.

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