• 16 Maggio 2024 22:41

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Rischia di saltare l’accordo sullo stop alle auto a motori termici fissato per il 2035  

Mar 1, 2023

AGI – Il voto alla riunione degli ambasciatori aggiunti dell’Ue (Coreper I) sullo stop alla vendita di nuove auto a motori termici dal 2035 è stato rinviato a venerdì “alla luce di un voto a maggioranza qualificata che si preannunciava non certo“. Lo riferisce una fonte diplomatica. La Polonia aveva già annunciato il voto contrario e la Bulgaria la propria astensione. Nella giornata di ieri, si sono infine aggiunte da un lato l’Italia (con posizione certa, sia con dichiarazioni pubbliche che con comunicazione formale al Consiglio) e la Germania (con posizione incerta alla luce delle dichiarazioni del ministro dei Trasporti, Volker Wissing) dall’altro.

La Commissione europea preferirebbe consentire solo veicoli alimentati a batteria. Noi la vediamo in modo diverso”, aveva affermato ieri in un video su Twitter il ministro tedesco annunciando il suo intervento per consentire ai veicoli con motori a combustione di poter essere immatricolate anche oltre il 2035.

Quello di oggi doveva essere un passaggio procedurale in vista di una futura approvazione in sede di Consiglio, dopo il via libera definitivo del Parlamento europeo arrivato il 14 febbraio. In Consiglio è previsto un voto a maggioranza qualificata: il 55% degli Stati (15 su 27) che devono rappresentare il 65% della popolazione. Calcolando la votazione con la contrarietà di Italia, Polonia, Germania e l’astensione di Bulgaria verrebbe soddisfatta la maggioranza degli Stati ma la percentuale della popolazione rappresentata si fermerebbe al 58,15%. Quindi il provvedimento verrebbe respinto.

La posizione dell’Italia

“L’Italia condivide ed è pienamente impegnata nell’obiettivo di decarbonizzare il settore del trasporto stradale, in quanto la riduzione delle emissioni di CO2 del settore, in particolare quelle derivanti dalle autovetture e dai veicoli leggeri, è essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione. Riteniamo che, nel settore del trasporto stradale, la decarbonizzazione debba essere perseguita nel rispetto dei principi di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso le emissioni zero e della neutralità tecnologica. Siamo certamente favorevoli all’elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unico percorso per raggiungere le emissioni zero”.

Cosi’ l’Italia ha spiegato – in un documento nazionale inviato alla presidenza Ue e agli altri Stati – le ragioni della contrarietà al regolamento che impone lo stop alla vendita di auto nuove diesel e benzina dal 2034. “L’elettrificazione richiede cambiamenti significativi nell’intero settore automobilistico che devono essere pianificati e guidati con la dovuta attenzione, al fine di evitare effetti economici, industriali e sociali indesiderati. Le auto con motore termico sono di proprietà di cittadini a basso reddito e rimarranno in circolazione oltre il 2035. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto dal modo in cui diventeranno accessibili per questi cittadini”, si legge ancora.

L’Italia evidenzia che “stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili, il regolamento proposto non è in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l’Italia non può sostenerlo”.

Nella dichiarazione nazionale, da parte italiana sono poi ricordate alcune condizioni prioritarie che devono essere assicurate per permettere il raggiungimento di un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100%, tra cui:

lo sviluppo di una catena di valore dei motori e delle batterie elettriche nell’Unione;
un approvvigionamento sostenibile e diversificato delle materie prime necessarie;
adeguate infrastrutture di ricarica e rifornimento; un miglioramento della rete elettrica, in modo che possa far fronte all’aumento della domanda;
un adeguamento dell’intero settore automobilistico, anche attraverso la fornitura delle competenze necessarie;
l’accettazione da parte del mercato dei nuovi veicoli, che dovrebbero essere disponibili a un prezzo accessibile, in particolare per le famiglie e i consumatori più vulnerabili.

Nella dichiarazione si sottolinea poi che finora l’approccio scelto dall’Unione per il settore automobilistico è stato prevalentemente normativo. Sono quindi elencate una serie di iniziative che dal punto di vista italiano dovrebbero essere adottate dalla Commissione europea:

sostenere con tutti i mezzi disponibili, legislativi e finanziari, la transizione del settore automobilistico, in particolare delle Pmi;
monitorare e riferire in modo tempestivo ed esaustivo sui progressi verso una mobilità stradale a zero emissioni, considerando tutti i fattori che contribuiscono a una transizione equa ed efficiente dal punto di vista dei costi, compresa una valutazione delle possibili carenze di finanziamento;
garantire, sulla base di tale monitoraggio, una revisione rigorosa e credibile degli obiettivi nel 2026;
dare seguito alla disposizione che prevede l’immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti a zero emissioni di CO2; presentare una proposta per includere nel Regolamento meccanismi di contabilizzazione dei benefici, in termini di riduzione delle emissioni di CO2, dei carburanti rinnovabili.  

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