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Morning Bell: la recessione fa paura e sui mercati si continuerà a vendere

Lug 4, 2022

AGI – I mercati aprono deboli e incerti, dopo una settimana turbolenta e negativa in cui i timori di recessione hanno avuto il sopravvento. Oggi Wall Street è chiusa per l’Indipendence Day e in Asia i listini viaggiano contrastati, mentre il biglietto verde resta al top da 20 anni, il prezzo del petrolio è in calo e i future a New York e in Europa sono negativi.

La scorsa settimana “le vendite legate ai timori recessivi, hanno prevalso sugli acquisti dei ribilanciamenti dei grandi fondi – commentano gli analisti di Mts Capitalservices – Siamo in un contesto in cui la crescita è fragile. E lo è perché le spese per consumi sono in contrazione, la fiducia dei consumatori è sottotono e, in mancanza di uno stimolo fiscale che quest’anno è assente e lo sarà verosimilmente anche il prossimo e con l’inflazione a livello record, che non accenna a diminuire, il mercato va a prezzare uno scenario recessivo. La prossima settimana a condizionarlo non ci saranno i grandi eventi che hanno caratterizzato gli scorsi sette giorni, ma ci saranno i dati macro e quello che diranno i banchieri centrali”.

Più nel dettaglio questa settimana i principali market mover saranno i dati Usa, in particolare quelli sul mercato del lavoro, in programma per venerdì prossimo, i discorsi di diversi banchieri centrali, tra cui quello della presidente della Bce, Christine Lagarde, venerdì, e quello di giovedì prossimo del ‘falco’ della Fed James Bullard e i verbali delle riunioni di giugno di Fed e della Bce, che saranno diffusi rispettivamente mercoledì e giovedì. Martedì si riunirà la banca centrale della Polonia e giovedì quella dell’Australia.

La Borsa di Tokyo guadagna circa mezzo punto percentuale e anche Shanghai avanza, mentre Hong Kong e Seul perdono più dello 0,5%. Giù di oltre mezzo punto percentuale i future a Wall Street, che comunque oggi è chiusa per festività. In calo di oltre lo 0,5% anche i future sull’EuroStoxx 50, con le Borse europee che restano caute, in attesa di sapere come sarà lo scudo anti-frammentazione e mentre escono indiscrezioni sui profitti extra che le banche potranno fare, da luglio in poi, con I prestiti ultra-light lanciati dall’inizio della pandemia.

Insomma, il trend sui mercati è ribassista e non cambierà finché le banche centrali continueranno a essere così aggressive e non si prenderanno una pausa sui rialzi dei tassi. Quando succederà? Probabilmente dopo settembre, quando la Fed avrà già effettuato diversi aumenti dei tassi e il fed fund sarà intorno al 2,5%.

Nel frattempo i mercati si dirigono verso i titoli a lunga scadenza, in particolare sui Treasury decennali, che stanno già comprando, come dimostra il rendimento del T-bond a 10 anni, che due settimane fa era al 3,5% e ora è intorno al 2,9%. Anche il rendimento del Bund tedesco è sceso, dall’1,9% di 2 settimane fa all’attuale 1,2%, mentre il Btp dal 4,19% è calato al 3,2%.

I timori di recessione rafforzano il dollaro e indeboliscono il prezzo del petrolio. L’euro scende poco sopra 1,04 dollari e lo yen rialza un po’ la testa riemergendo spra 136 dollari. In Asia I future sul Wti restano poco sopra 108 dollari e quelli sul Brent vanno sotto quota 112 dollari.   

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