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Morì precipitando per fuggire a una violenza sessuale: accusa prescritta. Il padre “Decisione pesantissima”

Nov 28, 2019

Estinta, per prescrizione, l’accusa di morte come conseguenza di un altro delitto al processo d’appello per il decesso di Martina Rossi, la ventenne studentessa genovese che precipitò dal balcone di una camera di albergo a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011.

E’ quanto dichiarato stamani dalla presidente della sezione della corte d’appello di Firenze, Angela Annese, all’apertura del processo di secondo grado a Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due aretini condannati in primo grado per la morte della ventenne: secondo l’accusa Martina precipitò dal balcone mentre cercava di fuggire da un loro tentativo di violenza sessuale.

“Una decisione pesantissima da digerire non si può prescrivere un omicidio dopo tutto quello che è successo in questi anni”, ha detto Bruno Rossi, il padre di Martina.

I due imputati, il 14 dicembre scorso, sono stati condannati in primo grado a 6 anni di reclusione per l’accusa oggi dichiarata prescritta e per la tentata violenza. In caso di una condanna anche in appello la pena si dovrebbe quantomeno dimezzare.

La stessa presidente della corte d’appello ha poi rinviato il processo al 20 settembre 2020 con possibile prosecuzione per il 5 ottobre. Per la difesa dei due imputati, Martina Rossi si sarebbe suicidata.

Se dovesse essere derubricato da tentata violenza di gruppo a violenza di un singolo, come cheidono i difensori, allora in quel caso la prescrizione potrebbe estersi a entrambi i reati e vanificare il tutto.

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