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Morbillo, la Toscana: “Dopo le scuole, vaccini obbligatori per gli operatori sanitari”

Mar 1, 2017

In Toscana ci si appresta ad impedire l’ingresso a nidi e materne ai bambini non vaccinati ma ci sono tantissimi dipendenti del sistema sanitario che non sono coperti dalle malattie prevenibili. Come l’ostetrica di Torregalli, che si è ammalata alcuni giorni fa di morbillo. “Così non va bene, ho dato indicazioni agli uffici regionali di studiare un modo per convincere a vaccinarsi coloro che lavorano in ospedale, in particolare nei reparti più delicati”, spiega l’assessora alla Salute Stefania Saccardi. L’ipotesi potrebbe essere quella di prevedere la vaccinzione al momento dell’assunzione, indicandola nel contratto, o comunque di agire presso le Asl perché assegnino ad esempio alla pediatria solo i professionisti, medici o infermieri, che hanno fatto i vaccini. “Proprio noi che abbiamo fatto una battaglia e stiamo preparando una legge per le scuole – dice Saccardi – dobbiamo dare il buon esempio con i nostri dipendenti. Le malattie infettive prevenibili possono essere pericolose per i pazienti, se attaccate dal personale, ma può succedere anche il contrario, cioè che i dipendenti siano contagiati dai ricoverati”.

Il caso di Torregalli in questo senso è emblematico. Dopo aver scoperto che una delle ostetriche ha preso il morbillo, l’ufficio di igiene è andato a cercare prima di tutto le mamme e i bambini passati dall’ospedale quando la professionista era di turno, tra il 15 e il 21 febbraio. Si tratta rispettivamente di 35 e 32 persone. Tre neonati sono stati ricoverati per precauzione nei giorni scorsi perché sembravano avere un inizio della malattia e sono già stati dimessi. In più sono tenuti sotto controllo 34 lavoratori di Torregalli, tra medici, ostetriche, infermieri e operatori socio sanitari. Si tratta di lavoratori che quasi certamente non sono vaccinati. Infatti la Asl fa sapere che “sono in corso i prelievi ematici per valutare la copertura immunitaria degli operatori e in base al livello sierologico verrà offerta loro la vaccinazione trivalente (morbillo, parotite e rosolia)”. Se qualcuno fosse già vaccinato lo avrebbe comunicato all’azienda e non dovrebbe fare gli esami. A marzo a Torregalli sarà organizzata una giornata formativa proprio per gli operatori sulla vaccinazione.

Intanto è ricoverato al Meyer il bambino di 8 anni non vaccinato che vive nel Chianti e ha preso il morbillo. È tenuto sotto controllo e le sue condizioni non sono preoccupanti. Un po’ peggio è andata la settimana scorsa a due pazienti che sono arrivati al pediatrico fiorentino con un’encefalite, problema importante, provocata dalla varicella.

Anche in Toscana negli ultimi anni si è assistito ad un calo delle vaccinazioni pediatriche, sia

quelle dei primi mesi di vita che quelle previste dopo l’anno, e tra queste morbillo, parotite, rosolia e varicella. La giunta regionale ha approvato il progetto di legge proposto da Saccardi in cui si prevede che i bambini debbano aver fatto le vaccinazioni previste dal piano nazionale per essere iscritte all’asilo nido e alla scuola materna.

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