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Consip, arrestato per corruzione Alfredo Romeo

Mar 1, 2017

L’immobiliarista campano Alfredo Romeo finisce in carcere. Il gip di Roma ha disposto il suo arresto con l’accusa di aver pagato tangenti a Marco Gasparri, dirigente di Consip che ha avviato una collaborazione con la magistratura, dichiarando di aver percepito circa 100-150mila euro di mazzette. La misura cautelare stata disposta dalla Procura capitolina, sulla base di accertamenti preliminari della magistratura partenopea, su un presunto sistema corruttivo all’interno di Consip, la centrale acqusti della Pubblica amministrazione, e sul maxi appalto Fm4 del valore di 2,7 miliardi di euro. Perquisita anche l’abitazione di Italo Bocchino, in sospetti rapporti con Romeo.

Consip, arrestato per corruzione l’imprenditore Romeo

Si tratta di un filone di indagine nato a Napoli, emigrato poi a Roma per competenza. In questa tranche romana (nella quale Romeo risponde di corruzione), risultano indagati l’allora sottosegretario Luca Lotti, il generale dell’Arma Tullio Del Sette, nonch l’imprenditore farmaceutico Carlo Russo e Tiziano Renzi, padre dell’ex premier (l’interrogatorio di quest’ultimo si svolger il 3 marzo). Russo e Renzi rispondono dell’accusa di concorso in traffico di influenze illecite, in quanto avrebbero mosso presunte pressioni sui vertici di Consip, affinch fosse creato un vantaggio a Romeo. L’ipotesi che abbiano creato un vantaggio all’immobiliarista Alfredo Romeo, che avrebbe puntato a fare man bassa di lotti del maxi appalto.

Gli atti

Nell’imputazione odierna si legge che Romeo sarebbe riuscito a corrompere Gasparri, pi altri dirigenti di Consip. In particolare negli atti scritto che Gasparri, nella sua qualit di dirigente apicale della centrale acquisti Consip (segnatamente nella sua qualit di direttore Sourcing Servizi & Utility), in concorso con altri e con pi azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso (…) per esercitare la sua menzionata funzione e i relativi poteri (con l’adozione di atti e attivit espressione di tale funzione), ponendo in essere, indebitamente, una serie di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, avrebbe creato un vantaggio alle societ di servizi di Romeo. Cos l’immobiliarista campano sarebbe riuscito ad aggiudicarsi appalti pubblici gestiti dalla suddetta Consip, dando, in modo specifico, notizie e informazioni riservate dirette a favorire la formazione di cartelli di imprese, ovvero contribuendo a preconfezionare bandi e atti “cucendoli su misura” e adattandoli alle caratteristiche delle medesime societ del Romeo.

Il sistema Romeo

Negli atti, inoltre, si legge che le operazioni di intercettazione ambientale hanno consentito di acquisire un poderoso materiale investigativo ed elementi preziosi e utili per ricostruire quello che, senza esitazione alcuna, si pu definire come il “sistema Romeo” – “sistema” ispirato alla “corruzione” ovvero alla sistematica, abituale e seriale realizzazione di reati contro la Pubblica amministrazione. Proprio queste intercettazioni hanno permesso di ricostruire nel dettaglio e di “monitorare” praticamente in diretta numerosi episodi corruttivi, o meglio, una relazione corruttiva praticamente ininterrotta che vedono come protagonisti da una parte Romeo e dall’altra Marco Gasparri.

Gasparri collabora con i magistrati

Il dirigente Gasparri ha avviato una collaborazione con i magistrati. E ha spiegato che Romeo temeva di essere stato estromesso dal grande circuito degli appalti e che aveva trovato in Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, una sponda per arrivare ai vertici di Consip. Gasparri si limitato a chiarire al sostituto procuratore Mario Palazzi cosa gli riferiva lo stesso Romeo nel corso di alcuni incontri. L’immobiliarista – in passato travolto da una inchiesta giudiziaria da cui era comunque uscito assolto – spesso si lamentava di essere stato messo da parte dal grande circuito degli appalti italiani. Poi, ha raccontato Gasparri, sarebbe riuscito a trovare una modo per entrare in presunto contatto con i vertici di Consip. Stando a quanto ha riferito il funzionario, Romeo si vantava di essere arrivato a Renzi. Il particolare stato messo in relazione con le intercettazioni tra Romeo e l’imprenditore Carlo Russo, intimo amico di Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nelle conversazioni Romeo e Russo fanno espressamente riferimento al presunto ruolo che avrebbe avuto Tiziano Renzi per agevolare Romeo in questa presunta scalata sui vertici di Consip.

I pizzini

Tiziano Renzi non viene mai intercettato, da quello che al momento risulta dalle carte. Di lui, infatti, si fanno solo presunti riferimenti ad alcuni “pizzini” su cui Romeo aveva trascritto il valore delle tangenti. In uno di questi indicato come beneficiario tale T, che secondo ipotesi investigative sarebbe Tiziano Renzi. La Procura di Roma sta mettendo in ordine tutto questo materiale acquisito, anche se allo stato non sarebbe escluso che il presunto traffico di influenze sia stato fatto da Russo per ingraziarsi Romeo, sfruttando il nome di Tiziano Renzi che dunque poteva anche non saperne niente.

Rivelazione del segreto

L’attenzione degli inquirenti capitolini concentrata anche su un altro fronte caldo dell’inchiesta: la presunta rivelazione del segreto d’ufficio per avvisare i vertici di Consip dell’esistenza di una indagine penale della Procura di Napoli. Nel registro degli indagati figurano il ministro allo Sport Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri, il generale Tullio Del Sette, e il comandante della Legione Toscana dell’Arma.

Slittata l’audizione di Emiliano

slittata intanto di qualche giorno l’audizione

del governatore della Puglia del governatore della Puglia Michele Emiliano, attuale candidato

alla segreteria del Pd, nell’ambito dell’inchiesta Consip. L’atto istruttorio, fissato in un primo momento per oggi, stato rinviato ad altra data, che potrebbe essere quella del 6 marzo, per una serie di impedimenti. Michele Emiliano deve essere sentito come testimone dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi in merito agli sms ricevuti dall’allora sottosegretario, ora ministro, Luca Lotti che gli suggeriva un incontro con l’imprenditore Carlo Russo.

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