ROMA. Lampioni piazzati un po’ a caso, talvolta inadatti al luogo in cui si trovano. “Il problema non è di tecnologia – chiarisce Michele Muccini, direttore dell’Ismn, l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Cnr – ma di progettazione”
Manca professionalità nell’illuminazione delle nostre città?
“La cultura dell’illuminotecnica non è diffusa, anche se in Italia abbiamo competenze pari, se non superiori, ai Paesi virtuosi per risparmio e all’avanguardia per efficienza”.
E allora cosa manca?
“La progettazione. Per illuminare un luogo devo sapere dove occorre più luce e di che tipo. Soprattutto con i led. Le lamentele dei cittadini che non hanno visto miglioramenti con la sostituzione delle vecchie lampade sono probabilmente giustificate: ammesso che i punti luce siano nei luoghi giusti, l’effetto con i led è completamente diverso. Le tecnologie sono opportunità, ma vanno usate al meglio, o si rischia di ottenere l’effetto opposto”.
Però il risparmio è assicurato?
“Il led non basta. È essenziale illuminare solo quando serve, per esempio al passaggio, e in orari programmati con cura. I pilastri sono tre: tecnologia, distribuzione e gestione dei cicli luce/buio”.
Per rassicurare non bisogna illuminare sempre?
“L’insicurezza è legata solo in parte alla dicotomia luce/buio. Non basta un punto molto illuminato nell’oscurità per sentirsi tranquilli, serve poter vedere chi si avvicina da una distanza di sicurezza”.