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L’ultima notte di Astori: da Napoli-Roma alla play

Mar 5, 2018

dal nostro inviato Andrea Ramazzotti

lunedì 5 marzo 2018 08:15

UDINE – Lo aspettavano per colazione. Come decine di altre volte. La sala riservata alla Fiorentina all’hotel Là Di Moret era pronta e i viola erano già quasi tutti lì, seduti al tavolo. Ore 9.25. «Chi manca?». «Astori». «Manca Astori?». Non ci credeva nessuno perché il capitano era sempre il primo o tra i primi ad arrivare. La sua carriera l’aveva costruita sul sacrificio, sull’abnegazione, sul sudore e sulla puntualità. Astori, come altri, dormiva in una camera singola al primo piano dell’ala nuova dell’albergo (proprio sopra la piscina), e quando uno dei massaggiatori è andato a bussargli alla porta, dall’interno non ha sentito rumori ma solo un silenzio inquietante. In quel momento, dopo le urla ripetute, i pugni sugli stipiti di legno e le telefonate a vuoto al cellulare, il panico si è diffuso. Ha chiamato il dottor Luca Pengue e un dipendente dell’hotel è arrivato con un passepartout per entrare. Sono stati momenti terribili: il ragazzo era a letto, sdraiato, parzialmente coperto dalle lenzuola. Il medico non ha neppure provato a rianimarlo perché era chiaro che il decesso risaliva a qualche ora prima. Un dramma.

LA PLAY E LA 118 – La notizia è stata comunicata al tecnico Pioli e ai giocatori. L’allenatore era sconvolto perché con Astori aveva legato tantissimo. Si è precipitato nella camera 118, quella di Davide, dove era presente anche il team manager Marangon e non ha saputo trattenere le lacrime e la disperazione. Idem il club manager Antognoni. Stravolte anche le facce dei calciatori che si abbracciavano e piangevano. Nella hall e fuori dalla camera, dove per una forma di rispetto non è entrato nessuno di loro. Molti viola hanno chiamato casa e hanno raccontato la tragedia ai familiari e agli amici più stretti, mentre i fratelli Della Valle erano già stati messi a conoscenza dell’accaduto. Idem il presidente Cognigni, il ds Corvino e gli altri dirigenti rimasti a Firenze. La squadra era atterrata sabato alle 16.30 a Trieste e un’ora dopo aveva raggiunto il Là Di Moret dove i calciatori insieme allo staff tecnico hanno visto nella saletta a piano terra Lazio-Juventus e, dopo la cena, Napoli-Roma. Alle 22.30, dopo qualche battuta con i compagni, Astori è salito in camera di Sportiello per una partita alla Play-Station fino alle 23 quando è andato a dormire. «Aveva lasciato le scarpe in camera mia – ha detto ai carabinieri il portiere – e quando me ne sono accorto gli ho scritto di venirle a prendere. Mi ha risposto via whatsapp che le avrebbe riprese la mattina successiva». Quelle scarpe invece sono rimaste lì e, insieme agli altri effetti personali dello sfortunato difensore, sono state prese dai carabinieri, che provvederanno a restituirle ai familiari.

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IL CALCIO IN LUTTO PER ASTORI

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