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Facebook: social dannosi? No, se li usate meglio

Dic 16, 2017

In un lungo post sul proprio blog Facebook difende sé stessa dalle recenti accuse dei suoi ex dirigenti – Sean Parker prima, Chamath Palihapitiya dopo – di essere uno strumento dannoso per la società, pericoloso in particolare per i bambini.

Secondo Facebook il punto è come si usa la tecnologia. La tesi del social (figlia di ricerche da parte di diversi studiosi) creato da Mark Zuckerberg è che chi usa i social in modo passivo – scorre i post senza interagire, un po’ come guardare la TV – alla fine si sentirà peggio.

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Mark Zuckerberg

Anche se le cause non sono chiare, i ricercatori ipotizzano che leggere degli altri online potrebbe portare a un confronto sociale negativo”, spiega Facebook. “Un’altra teoria è che Internet allontana le persone dall’impegno sociale in prima persona”.

“D’altra parte, l’interazione attiva con le persone, in particolare la condivisione di messaggi, post e commenti con amici intimi e la reminiscenza delle interazioni passate, porta a miglioramenti del benessere. […] Uno studio condotto con Robert Kraut alla Carnegie Mellon University ha illustrato come le persone che hanno inviato o ricevuto più messaggi, commenti e post abbiano riportato progressi del supporto sociale, della depressione e della solitudine”.

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Per questo Facebook dice di essere al lavoro per far sì che vi sia più interazione e meno tempo speso passivamente. “Dai primi giorni in cui abbiamo iniziato a ricordare alla gente i compleanni dei loro amici, fino a mostrare i ricordi tramite la funzione Accadde oggi. […] Lavoriamo sempre per espandere queste comunità e trovare nuovi modi per avere un impatto positivo sulla vita delle persone”.

Facebook afferma di collaborare con psicologi sociali, sociologi e studiosi “per comprendere meglio il benessere e lavorare per rendere Facebook un luogo che contribuisca in modo positivo”.

“Sappiamo che le persone sono preoccupate di come la tecnologia influisce sulle nostre capacità di attenzione e le relazioni, e su come influenza i bambini nel lungo periodo. Sono domande importanti e abbiamo ancora molto da imparare. Ecco perché recentemente abbiamo investito 1 milione di dollari nella ricerca per capire meglio il rapporto tra tecnologie multimediali, sviluppo giovanile e benessere”.

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“Stiamo anche facendo investimenti per comprendere meglio il tema delle distrazioni legate al digitale e i fattori che possono allontanare le persone dalle interazioni dirette. Il multitasking danneggia le nostre relazioni personali? E la nostra capacità di concentrazione? L’anno prossimo ospiteremo un summit con accademici e altri leader del settore per affrontare insieme questi problemi”.

Non abbiamo tutte le risposte, ma dato il ruolo preminente che i social media giocano nella vita di molte persone, vogliamo contribuire a elevare la conversazione”, aggiunge il social.

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Facebook ci spiega come stare bene usando i social, ma in realtà non ci dice se dobbiamo usarli o no per stare bene. Non parla del tema della “risposta dopaminica” che un like, un cuore o un tag rappresentano e come questo ci induce a usare di più i social, sottraendo il tempo “alla vita vera”.

Ma d’altronde sarebbe folle per un’azienda di social media dire “non usate i social”. Anzi ci dice che che dobbiamo interagire sempre di più per stare meglio – qualcuno direbbe che così faremmo il loro gioco, alla ricerca di più interazioni e dati per profilarci meglio.

Ciononostante è apprezzabile che il social prenda posizione, non si trinceri dietro il silenzio, dica di non avere tutte le risposte e investa in ricerche mirate per trovarle.

Come abbiamo già avuto modo di scrivere, per molti starne fuori non è possibile. Anzi in futuro non sarà possibile per nessuno. La società evolve e così anche usi e costumi, inutile chiudere gli occhi. L’uso consapevole, il sano scetticismo e la moderazione sono la chiave per affrontare il problema dal nostro punto di vista. Voi come vi rapportate con i social?

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