• 19 Maggio 2024 12:14

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F1, GP Miami: perché McLaren ha vinto battendo Red Bull

Mag 6, 2024

McLaren trionfa in Florida. Lo fa grazie a uno strepitoso Norris che dopo una prima parte di gara nel gruppo degli inseguitori, si ritrova tra le mani la chance perfetta. Lando non si fa pregare e sfreccia e taglia il traguardo del Gran Premio di Miami 2024 davanti a tutti, chapeau, insomma. Red Bull, invece, si deve accontentare del secondo gradino del podio. Verstappen ci ha provato a vincere ma non ne è stato capace mentre Ferrari, in scia della RB20 numero 1 per gran parte della corsa con Leclerc, si aggiudica una terza piazza che soddisfa a metà. Si potava fare meglio probabilmente.

I fattori scatenanti che hanno contribuito al successo del giovane pilota britannico sono molteplici, sia di tipo prestazionale che tattico. Sì perché in F1, per rendere fattuale una data strategia, la vettura deve possedere comunque un ottimo ritmo. Al contrario ogni tipo di piano viene di riflesso vanificato. Dal mero punto di vista prestazionale, la MCL38 si è adattata alla perfezione a questo tracciato, specialmente in gara. Ma una domanda sorge spontanea: per quale ragione McLaren è stata tanto rapida? Un quesito che nasconde diverse motivazioni, che andiamo ora ad illustrare.

McLaren aggiorna la MCL38 in Florida

Andrea Stella lo aveva anticipato in tempi non sospetti: “a Miami porteremo un primo pacchetto di aggiornamenti“. L’ingegnere e team principal della storica scuderia di Woking aveva pure messo le mani avanti. Il cinquantatreenne originario di Orvieto ha idee chiare e piedi per terra. Per questo aveva suggerito che, l’up-date in questione, non era da considerarsi “massivo” a livello cronometrico e il salto di qualità non poteva raggiungere l’entità straordinaria dello step realizzato l’estate scorsa. Riassumiamo brevemente le novità a livello tecnico.

L’entrata dei side-pod collocata dinnanzi ai radiatori ha subito un re-shaping. La sezione d’entrata delle pance, incaricata di raffreddare la componentistica interna è stata ridotta. La volontà mirava a limitare la resistenza all’avanzamento, cruccio che McLaren si portava dietro dalla scorsa campagna agonistica. Parametro di cruciale importanza per le attuali vetture ad effetto suolo, tramite il quale viene gestita l’equazione che regola la competitività delle wing carcarico vs efficienza aerodinamica. Ridurre la misura di quest’area fa guadagnare millimetri all’undercut, zona della monoposto dove in automatico si genera una quantità di pressione locale superiore che potenzia l’effetto outwash.

Fonte: Getty ImagesLando Norris (McLaren) a bordo della sua MCL38 – Gp Miami 2024

Ci riferiamo a una prerogativa che concorre all’amministrazione ottimale del fluido, in una parte della vettura cruciale per il rendimento complessivo dell’auto. L’altra modifica, decisamente più significativa, riguarda la parte superiore delle pance, dove ora c’è una separazione tra i flussi che scorrono internamente e quelli che si muovono nella parte esterna. Caratteristica che gestisce meglio la scia turbolenta e nociva prodotta dal rotolamento dello pneumatico anteriore. Altre differenze si evidenziano nella parte inferiore, incrementando lo scavo scuola Red Bull che varia la velocità del fluido attribuendogli una traiettoria che incrementa la sua portata verso il retrotreno.

Parliamo di un’altra area cruciale per la generazione della spinta verticale, quella compresa tra la spalla della gomma e il “muro” laterale del diffusore. Portando un quantitativo maggiore di flusso in quest’area si alimenta il “mouse hole”, fessura sul fondo tramite la quale si inietta aria pulita nel volume del diffusore per aumentarne l’energia. Questo il primo fattore scatenante che ha fornito un boost prestazionale non da poco, portando la McLaren a livello Ferrari Red Bull in terra americana. Quantificando il valore dell’up-date in Florida, si può stimare un miglioramento di almeno due decimi al giro sul passo gara.

McLaren, la prestazione super di Miami

Nel primo settore la MCL38 ha mostrato un livello di carico verticale molto alto, bilanciato perfettamente trai due assi. Il layout della pista di Miami presenta diverse curve rapide con un unico input di volante. Tipologia di piega dove la vettura di Woking si esalta. McLaren è parecchio solida in inserimento con una direzionalità eccellente. Nel settore centrale che prevede una lunga retta e il tratto guidato, l’auto britannica era ancora più rapida della Red Bull, anche se il distacco prestazionale era più contenuto. Mentre nel terzo “pagava” un certo gap dalla RB20, ottima nella trazione, specie in uscita dalla 16.

Nel complesso la pista statunitense si è adattata perfettamente ai tratti distintivi della McLaren, anche grazie a una messa a punto cucita su misura. Una delle migliori peculiarità che ha fatto la differenza riguarda la capacità di gestire le mescole. Buonissimo il rendimento di Norris con le Medium, capace di allungare il primo stint mantenendo un ritmo molto alto. Ottima la prestazione con la Hard, dove Red Bull non ha avuto scampo alcuno. La RB20 ha sofferto un danno al fondo con Verstappen che ha limitato il rendimento della vettura austriaca. Elemento che sommato alla capacità della MCL38 di centrare e mantenere la corretta finestra di esercizio delle Pirelli a banda bianca, ha di fatto steso il campione del mondo in carica.

Fonte: Getty ImagesMax Verstappen (Red Bull) – Andrea Stella e Lando Norris (McLaren) – Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) sul podio del GP di Miami edizione 2024

Altra discriminante per la vittoria di Norris è il timing della Safety Car. Prima della neutralizzazione della gara, infatti, il britannico godeva di un vantaggio di circa 11 secondi su Max, in quanto non aveva ancora effettuato la sosta. Gap che si è allargato sino al mezzo minuto, perché Bernd Mayländer (pilota SF) entra pista dopo che Lando passa la linea d’uscita della pitlane. L’inglese, pur rispettando il delta fornito sul volante, ha potuto realizzare una tornata a ritmo maggiore mentre l’olandese era costretto a rispettare l’andatura più lenta della Safety CarJolly dal quale McLaren ha tratto profitto prendendo la testa della corsa. Da lì in poi il ritmo indiavolato dell’inglese ha fatto il resto, annichilendo le velleità di vittoria di Max con un passo gara superiore.

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