• 20 Aprile 2024 10:36

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Da dove vengono i virus come quello dell’influenza?

Mar 3, 2023

Tutti sappiamo, o dovremmo sapere, che, sulla base delle prove disponibili, la vita sulla Terra è cominciata nell’acqua, e per lungo tempo è stata confinata al mare. 

Ma i virus? Dove hanno avuto origine parassiti come quelli che causano l’influenza?

In un nuovo lavoro, l’analisi di RNA raccolto dai coralli ha dimostrato l’infezione dei polipi da parte di virus che appartengono a un gruppo chiamato Articulavirales, il quale comprende la famiglia di virus dell’influenza e un gruppo chiamato Quaranjaviruses. I membri di quest’ultimo gruppo circolano nelle zecche e occasionalmente si riversano su esseri umani, uccelli e altri vertebrati.

La nuova analisi suggerisce che i virus che infettano i coralli fanno parte di un’antica famiglia virale che probabilmente è emersa circa 600 milioni di anni fa e che in seguito ha dato origine agli altri membri degli Articulavirales, tra cui i virus influenzali.

Che le cose stessero così, lo si era già precedentemente ipotizzato: nel 2018, i ricercatori hanno identificato un lontano parente dell’influenza nelle lamprede. Queste creature senza mascelle sono fra i più primitivi vertebrati viventi, il che suggerisce che il virus dell’influenza si possa essere evoluta insieme ai vertebrati.

Virus ancora più primitivi del gruppo degli Articulovirales, separatesi dal ramo che ha portato a quello dell’influenza ancora prima di quelli che oggi infettano le lamprede, sono stati trovati anche negli storioni siberiani, in cui sono stati isolati RNA virali di parassiti precedentemente non noti.

Inoltre, l’evoluzione acquatica dei virus influenzali non ha prodotto solamente parassiti dei vertebrati: nel 2021, analizzando campioni di aragoste di acque profonde sono stati identificati virus che fanno parte del gruppo che comprende anche l’influenza.

Si potrebbe naturalmente pensare che sia scontato che, vista l’evoluzione degli animali a partire dal mare, i virus che li infettano siano presenti anche in tale ambiente, e da tempi antichi; tuttavia, esistono domande meno scontate che nascono da questa constatazione. Per esempio, quanto recentemente è occorsa l’infezione delle specie terrestri? Prima o dopo la conquista della terraferma dai vertebrati? In tempi moderni o antichissimi? Ad oggi, non è possibile ancora stabilirlo, perché sono necessari dati da molti più organismi diversi di quelli di cui si dispone oggi.

Tuttavia, le risposte a domande come quelle precedenti non sono prive di conseguenze.

Se, infatti, dovesse risultare che vi è ancora in tempi moderni un flusso sostenuto di virosi dal mare alla terraferma, il nostro stesso concetto di zoonosi, e quindi di fonte di varietà evolutiva che può portare a successivi adattamenti pandemici, andrebbe profondamente rivisto.

Se le specie a fare da serbatoio per i progenitori di virus pandemici sono da estendersi anche a quelle marine, la varietà e la possibilità di problemi sanitari cambia di scala: sia per la diversità della vita marina, sia per la circolazione degli organismi che la compongono, sia infine per le forme di contatto diverse fra esseri umani e quel tipo di fauna.

È per questo motivo che il tipo di ricerca illustrata è interessante ed utile non solo ai biologi evoluzionisti, ma anche alla prevenzione e alla quantificazione dei rischi globali per la salute, in ottica rigorosamente “One-Health”.

Forse, dopotutto, non solo Venere è emersa dalla spuma marina, ma anche qualche fastidioso o pericoloso coinquilino di questo pianeta, e definire questo punto non sarà privo di conseguenze.

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