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Borse deboli alla riapertura. Caos in Libia, il petrolio prende quota

Apr 8, 2019

MILANO – Ore 9:50. Mercati deboli alla riapertura degli scambi, dopo una settimana positiva che ha ‘girato’ intorno all’ottimismo per il buon esito delle trattative tra Usa e Cina sulla questione dei dazi. Mentre il governo, in Italia, è impegnato a scrivere il Def e la maggioranza spaccata anche sul tema dei rimborsi ai risparmiatori delle banche andate in crac (agenda), nel resto del Vecchio continente si attende una soluzione al caso Brexit. In una settimana tutto sommato povera di dati macro, si aspettano le considerazione del Fmi – impegnato nei suoi incontri di primavera – e quelle della Bce, che giovedì tiene la sua riunione di politica monetaria.

A Milano, il Ftse Mib scivola dello 0,2%. Variazioni simili per le altre: Francoforte arretra dello 0,25%, Londra dello 0,15% e Parigi dello 0,06%. Questa mattina, l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in ribasso dello 0,21%, a 21.761,65 punti. Hong Kong piatta, appena al di sopra della parità, mentre Shanghai cede quasi l’1%.

Euro in lieve rialzo sul dollaro in avvio di settimana a 1,1229 contro il livello di 1,1219 di venerdì sera a New York. La moneta unica scende però nei confronti dello yen a 125,13. Lo spread tra Btp e Bund ha aperto poco mosso a 248 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,48% sul mercato secondario.

Tra le materie prime, il petrolio si conferma in trend di rialzo dopo aver chiuso la sua migliore settimana da oltre due mesi, in una dinamica che Bloomberg spiega con il caos libico che mette a repentaglio la produzione nordafricana. Un fattore che ha offuscato il maggior balzo di pozzi Usa attivi dam maggio ad oggi. I future a New Yorl salgono ancora dello 0,7 per cento, dopo il +4,9 per cento della scorsa settimana. Il Wti si trova in area 63,4 dollari e il Brent sale fino a 70,6 dollari al barile. Si segnala il rialzo sui mercati asiatici dell’oro, dove il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,3% a 1.296 dollari l’oncia.

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