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Bologna: merendine vietate a scuola

Mar 5, 2017

BOLOGNA – “Dal primo febbraio, per quanto riguarda la merenda del mattino i genitori sono tenuti a dare ai propri figli solo frutta fresca o frutta secca o verdura”. Merendine addio. Al bando anche pizzette e panini per lo spuntino di metà mattina in classe: niente carboidrati, insomma. E’ la disposizione del preside nelle quattro scuole primarie del quartiere Saragozza a Bologna. E si infuriano i genitori: “Ora abbiamo solo paura che la prossima decisione sia l’introduzione di una buone dose di olio di ricino, che fa tanto bene ai bambini!”, scrive un papà con ironia.

La delibera che impone alle famiglie di mettere nello zaino dei bambini, per la merenda del mattino, solo frutta e verdura è stata votata dal consiglio di istituto: 13 a favore, un astenuto. Ma appena la lettera è arrivata ai genitori si è accesa la discussione. “Io comunque darò una pizzetta a mio figlio”, “imposizione inaccettabile”.

“I motivi sono di salute pubblica in generale: aumentare il consumo di frutta e verdura – spiega il preside Stefano Mari – Poi con la frutta e la verdura per merenda c’è una riduzione dell’apporto calorico per i bambini a rischio di obesità. L’idea è quella di far portare un alimento che va bene a tutti: a scuola si devono socializzare esperienze con risvolti egualitari”.

Infine, l’obiettivo è quello ridurre gli scarti alimentari. Mari si dice sorpreso da tanto clamore: “Molte scuole già lo fanno”. La discussione era partita lo scorso settembre quanto Ribò e Comune proposero di sostituire il latte a metà mattina con la frutta. Ci fu un’assemblea, la proposta non fu accolta. La discussione però è andata avanti, alla fine si “pensato di affiancare la frutta e la verdura al latte”, spiega il preside. “E’ stata una cosa ben accolta dal collegio dei docenti e dal consiglio di istituto”. Il nuovo regolamento riguarda le primarie Bombicci, XXI Aprile, Armandi-Avogli e Manzolini.

Alle accuse dei genitori, Mari replica: “A volte il principio della libertà individuale può confliggere con le regole per tutti, è così per tanti casi. Non credo sia una norma illegittima, io applico quanto deciso dal consiglio di istituto. Un’imposizione?

Lo è come quella di non portare il grembiulino, il nostro obiettivo è rendere l’andamento della giornata scolastica simile per tutti i bambini”. Una mamma ha scritto al preside: “E se non rispetto la disposizione cosa succede?”. “Non c’è nessuna sanzione”, la replica. Mentre sui casi di patologie individuali Mari assicura: “Chiederò il parere della pediatria di comunità e valuteremo”.

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