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A Milano nasce l’albo delle social street, via alle iscrizioni: “Spazi e progetti insieme al Comune”

Mar 5, 2017

Solidarietà tra vicini. Dal progetto per non lasciare soli gli anziani alla raccolta di fondi, ma anche mobili, abiti, oggetti. C’è chi organizza il book crossing e chi aperitivi, chi si unisce per pulire il quartiere e chi si dedica al baratto. Il Comune pubblica un avviso pubblico per creare l’albo delle social street.

“Si apre la procedura per la raccolta dei contatti che costituiranno un elenco di gruppi informali di cittadinanza attiva”, spiega Majorino. “Le social street, prima con una delibera di giunta lo scorso maggio e ora con un avviso pubblico, potranno interagire con il Comune ottenendo spazi, servizi o opportunità di collaborazione – si legge nella nota di Palazzo Marino – prendersi cura di un giardinetto nella propria via, organizzare un aperitivo nel locale sotto casa, o coinvolgere i vicini di casa più soli in attività ricreative. Sono alcune delle attività portate avanti dalle social street che il Comune vuole valorizzare. Vogliamo valorizzare le risorse sociali informali che quotidianamente operano in favore della collettività, coinvolgendole nelle rete del welfare, insieme ad associazioni e gruppi di volontariato”.

Le social street a Milano sono diventate 74. La più antica è nata nel 2010, in Paolo Sarpi. L’ultima lo scorso ottobre in corso Lodi. La concentrazione maggiore è nei municipi 3, 4 e 6; nelle zone 1 e 5 sono poco attive. Nelle periferie ne sono state contate 18″. Alcune, come quelle di San Gottardo-Meda o Sarpi, sono arrivate a contare più di 5mila iscritti su Facebook, altre qualche decina.

Una volta iscritte, le social street – dice l’assessore alla Partecipazione, Lorenzo Lipparini – potranno ad esempio avere un accesso agevolato ai tanti spazi di aggregazione, come le Case delle associazioni, gli spazi Wemi, i negozi civici e gli spazi dei nove municipi, luoghi che saranno mappati sul geoportale del Comune appena lanciato”.

I gruppi che vorranno iscriversi avranno tempo fino al 5 maggio. È richiesta la presentazione di un progetto di attività. Queste le modalità: per l’iscrizione all’elenco i gruppi informali di cittadinanza attiva dovranno essere costituiti da due o più persone maggiorenni, senza condanne penali, residenti nel Comune di Milano, comunitari o stranieri purché in possesso di idoneo titolo di soggiorno. Le attività dei gruppi informali dovranno essere illustrate singolarmente all’interno di un “progetto”, inoltrato da una persona referente, che non comprenderà le consuete attività quotidiane, ma solo quelle iniziative la cui realizzazione sia configurabile quale vero e proprio progetto.

Lo stesso progetto, sottoposto a valutazione di ammissibilità da parte di una commissione appositamente nominata dal direttore Politiche sociali e composta da almeno 3 membri con adeguate competenze tecniche, individuati tra il personale della direzione medesima o appartenenti ad altre unità organizzative competenti, dovrà indicare la specifica attività che si intende svolgere, la durata presunta dell’impegno assunto nel complesso, il numero di persone impegnate nell’attività, il nominativo di un responsabile, referente nei confronti del Comune.

I gruppi informali iscritti nell’elenco avranno la possibilità di essere coinvolti dall’amministrazione in attività di tipo sociale e concludere accordi n relazione alla specificità dei singoli progetti. Sarà chiesto a ciascun gruppo di identificare un referente che terrà le relazioni con il Comune.

La collaborazione tra i “Gruppi informali di cittadinanza attiva” e l’amministrazione, si spiega ancora nella nota, “sarà guidata da valori condivisi a cominciare dal perseguimento di finalità di interesse generale. Saranno richieste la massima conoscibilità delle opportunità di collaborazione, delle proposte pervenute, delle forme di sostegno assegnate, delle decisioni assunte, dei risultati ottenuti e delle valutazioni effettuate, riconoscendo nella trasparenza lo strumento principale

per assicurare l’imparzialità nei rapporti con i cittadini attivi e per verificare le azioni svolte e i risultati ottenuti. Le parti saranno responsabili reciprocamente affinché la collaborazione risulti effettivamente orientata alla produzione di risultati utili e misurabili. Saranno rispettati i principi di inclusione e di apertura affinché gli elenchi siano accessibili periodicamente anche ad altri cittadini. Per questo motivo saranno aggiornati ogni sei mesi”.

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