MILANO – L’Italia è ancora fonte di allarme all’interno dell’Unione Europea. Il nuovo appunto arrivad al Country Report sul nostro Paese anticipato la scorsa settimana da Repubblica. Per l’esecutivo Ue l’Italia ha ancora squilibri economici “eccessivi”. In particolare “il debito alto e la protratta scarsa produttività implicano rischi con rilevanza transnazionale, in un contesto di alto livello di npl e di disoccupazione. Il debito non scenderà nei prossimi anni, visto che la debole prospettiva macro e gli attuali piani di bilancio del Governo, anche se meno espansivi di prima, implicano un deterioramento dell’avanzo primario”.
Valutazioni che riflettono quelle del commissario agli affari economici Pierre Moscovici, secondo cui la situazione italiana è “preoccupante”, e il messaggio inviato da Bruxelles è “noto e forte: deve migliorare le sue finanze pubbliche, l’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, e rafforzare il sistema finanziario. L’urgenza è ancora più sentita dato l’indebolimento dell’economia italiana che, ricordo, cresce dello 0,2%”.
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La Ue boccia reddito e quota 100: “Così si riduce la crescita”
dal nostro corrispondente Alberto D’Argenio
Nel suo country report, la Commissione boccia poi l’ultima legge di Bilancio del governo, sottolineando che non contribuisce a spingere la crescita del Paese, puntando il dito anche su quota 100. “La manovra 2019 include misure che rovesciano elementi di importanti riforme fatte in precedenza, in particolare sulle pensioni, e non include misure efficaci per aumentare il potenziale di crescita”: lo scrive la Commissione Ue nelle conclusioni del Country Report sull’Italia. “Nonostante alcuni progressi nel riparare i bilanci delle banche, riforme sul diritto fallimentare e politiche attive del mercato del lavoro, lo slancio delle riforme è ampiamente in stallo nel 2018”, prosegue il testo.
Critiche anche sul Reddito di cittadinanza. Sul reddito di cittadinanza “bisogna guardare all’impatto sui conti, il costo sembra molto alto, 0,45% del Pil, che per l’Italia è molto, e bisogna quindi capire se è sostenibile. Un altro impatto da monitorare è sull’occupazione”, visto che “le politiche del lavoro restano deboli in Italia”, ha detto la commissaria al lavoro Marianne Thyssen. “Monitoriamo cosa succede e come viene introdotto”, e se sostituirà interamente il reddito di inclusione “ha implicazioni sull’uso del fondo sociale” e quindi “andrà ridiscusso”.
Giudizi, quelli sull’Italia, ribaditi anche dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis a vari media. “Gli squilibri italiani restano eccessivi, il debito non scende nei prossimi anni, le prospettive economiche restano deboli, e i piani di bilancio del Governo, anche se meno espansivi di quelli iniziali, ancora presentano rischi di deterioramento del saldo strutturale”, ha detto il vicepresidente. Anche i segnali positivi per l’economia italiana, come la “significativa” riduzione delle sofferenze bancarie, rischiano però di virare in negativo: “Mantenere il passo di riduzione degli npl sarà una sfida, viste le condizioni del mercato”.
Anche lo slancio delle riforme, secondo Dombrovskis, “si è sostanzialmente fermato” nel 2018, e nel 2019 si rischia addirittura la retromarcia, perché “alcune misure” della manovra “rovesciano” le riforme precedenti, in particolare quella delle pensioni. In ogni caso la Commissione non farà passi inaspettati: “Al momento non suggeriamo di aprire una procedura per squilibri eccessivi, ma rivaluteremo la situazione in primavera sulla base del Def”, ha spiegato.
Quella che preoccupa è soprattutto la crescita a 0,2% per quest’anno, “il rallentamento più pronunciato della Ue”, causato da fattori esterni ma anche interni, “legati all’incertezza scatenata dai nuovi piani di bilancio del Governo” che, nonostante siano stati cambiati dopo la discussione con l’Ue, “hanno già fatto sentire gli effetti negativi”. Per il vicepresidente “l’incertezza sulla traiettoria di bilancio dell’Italia”, assieme a quella sulla Brexit e alle tensioni sul commercio globale, è un fattore di rischio che pesa sulle prospettive dell’economia europea.
In ogni caso la Commissione valuterà di nuovo i conti in primavera, basandosi sui “dati più recenti”, e solo allora annuncerà “possibili misure necessarie”. Ovvero, nelle raccomandazioni che pubblicherà a fine maggio o inizio giugno, getterà le basi legali per poter chiedere eventualmente una manovra correttiva. “Nel ciclo di primavera del Semestre europeo faremo le raccomandazioni, incluse quelle sul bilancio per quelli che ne hanno bisogno, e l’Italia sarà certamente tra quelli”, ha detto Dombrovskis.