• 24 Novembre 2024 8:20

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Per ridurre l’inquinamento servono auto piccole e leggere, la proposta

Set 26, 2024

Per contrastare l’inquinamento climatico, Luca de Meo ha pronta la sua “ricetta”: auto non solo ecologiche, ma anche piccole. Il presidente dell’ACEA e numero uno del gruppo Renault rispolvera un vecchio cavallo di battaglia, con nuovi elementi a supporto della tesi.

Si rifà al recente rapporto sulla competitività stilato da Mario Draghi per evidenziare quanto la strada indicata sia quella corretta. “Se vogliamo ridurre l’impatto del trasporto, non dovremo solo viaggiare in elettrico, ibrido o idrogeno“, scrive de Meo, interpellato dal Sole 24 Ore. “Dovremo scegliere di viaggiare con veicoli più compatti e leggeri”.

Citycar tartassate

Peccato che la classe politica stia remando contro le cosiddette citycar. Con l’obiettivo di ridurre il numero di vittime della strada, fino ad azzerarle entro il 2050, la Commissione UE impone tecnologie di sicurezza sempre più avanzate. Risale solo allo scorso luglio il nuovo obbligo del limitatore automatico di velocità, per i modelli di nuova produzione.

Abbinato agli standard sulle emissioni sempre più stringenti, il considerevole fardello economico a carico delle aziende pressoché le costringe a concentrarsi sui segmenti dal maggiore margine di profitto. Se addirittura Smart, che fin dalla nascita ha fatto delle vetture piccole la specialità di casa, ha deciso di buttarsi sui SUV un motivo c’è.

Da un lato, il forte interesse riscosso dai mezzi a ruote alte profila delle invitanti opportunità di business. Dall’altro, appare complicato mantenere un progetto redditizio alle condizioni attuali. Gli stessi piani alti della compagnia non ne ha fatto mistero. Una nuova Smart ForTwo è un progetto che affascina, ma sarà attuabile soltanto se le spese di produzione verranno condivise assieme a un partner.

Regolamentazioni soffocanti

“Il segmento delle piccole – spiega de Meo – è stato il più tartassato dalle regolamentazioni, tanto da rendere molto difficile per noi produrre dei veicoli compatti in maniera redditizia. L’offerta e il segmento si riduce, il prezzo di ingresso al mercato del nuovo è aumentato del 60% in dieci anni. Questo fenomeno spiega in buona parte la delocalizzazione delle nostre fabbriche nel sud del Mediterraneo e nell’est dell’Europa, e spiega anche perché la Francia, l’Italia e la Spagna, un tempo grandi produttori di automobili, si sono svuotate”.

“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una tecnologia sono per tutti, aggiunge il leader di Renault, citando le parole proferite da Henry Ford, al lancio della Model T. “Lo diceva, mentre riusciva, grazie ai profitti, a pagare i suoi dipendenti fino a tre o quattro volte più di quello che potevano fare i suoi concorrenti, che diventavano i suoi primi clienti. Una grande lezione, di grande attualità”.

Sì alla collaborazione

Nel corso dell’intervento de Meo elogia e ringrazia Draghi, sottolineando la validità di un’altra idea, che potrebbe avere “un impatto particolarmente significativo sul nostro settore: una stretta collaborazione tra scienza, regolatore e attori economici per decidere degli standard tecnologici europei su cui lavorare e l’incentivazione di forme di collaborazione intra e intersettoriali. Ci permetterebbe di guadagnare velocità, scala e di ridurre investimenti e costi. È esattamente quello che hanno fatto i cinesi negli ultimi 15 anni”.

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