• 20 Settembre 2024 12:34

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Il caso della tiktoker rimasta “intrappolata” nella Tesla

Set 3, 2024

Un aggiornamento software, un’auto bloccata, una tiktoker in panico totale. Sotto il sole cocente, Brianna Janel ha vissuto 40 minuti d’inferno, sotto ogni punto di vista. Tutto per un upgrade della sua Model 3 non andato andato secondo i piani, pur avendo applicato le istruzioni del produttore.

“Le funzioni del veicolo, inclusi alcuni sistemi di sicurezza e l’apertura o la chiusura di portiere o finestrini – recita il manuale -, potrebbero essere limitate o disabilitate durante l’installazione, pena il rischio di provocare dei danni”. Messasi comoda sul sedile del conducente, la ragazza ha avviato l’aggiornamento. Un’operazione di comune routine trasformatasi in un’esperienza da dimenticare. Dai 24 minuti prospettati all’inizio, il processo è durato quasi il dubbio.

Chiusa in auto sotto il sole cocente

Il modello della Casa texana permette di abbassare i finestrini dall’interno con un pulsante. Ma lei, sprezzante del pericolo, ha deciso di resistere, anche quando la temperatura interna ha raggiunto i 115 gradi Fahrenheit, pari ai nostri 46 °C. Nel timore di poter rovinare la sua macchina, ha corso un grosso pericolo per la salute. A causa del calore, avrebbe potuto perdere i sensi e pagare un prezzo maggiore.

Questo perché il Costruttore raccomanda di servirsi della funzione manuale solo se la vettura è senza alimentazione. Pur al corrente dell’opzione, Janel ha preferito limitarsi a osservare le indicazioni. Tesla non impone al proprietario di lasciare il mezzo durante l’upgrade e, anzi, esorta a effettuarlo quanto prima.

Alla luce dell’episodio appena raccontato sul web, forse è il caso di prendersi una precauzione in più. Del resto, già lo consiglia Lucid Motors, uno dei marchi concorrenti, che invita a scendere di bordo entro due minuti poiché il bloccaggio/sbloccaggio delle porte può accadere nell’update. In teoria, l’utente è immune da rischi, ma sussiste pur sempre una piccola possibilità che qualcosa vada storto.

Fidarsi è bene, ma non troppo

Lo spiacevole accaduto riaccende la solita discussione sullo spazio da concedere alla tecnologia. Che ci semplifica il quotidiano, a patto di rimanere vigile, invece di affidarsi a occhi chiusi. Per lo stesso motivo l’Unione Europea adotta la massima prudenza sulla guida autonoma. Al momento, il livello massimo raggiungibile nel Vecchio Continente rimane il secondo, meno rispetto ad altre parti del mondo. Negli Stati Uniti hanno preso il via i test sul lv. 3, inaugurati da Mercedes, una delle realtà più all’avanguardia in tal senso. Addirittura, in Cina tiene banco il quarto, introdotto da compagnie locale, favorite dalla legislazione meno stringente.

Nell’articolo dedicato alla vicenda, il portale Jalopnik lancia un appello: “Tesla deve richiedere che tutti gli occupanti escano dal veicolo prima di iniziare l’installazione del software, o almeno modificare la sua terminologia per evitare che si verifichino incidenti come questo, soprattutto mentre ci avviciniamo ad un’estate con temperature globali più elevate che mai”.

Sarà interessante scoprire se Elon Musk, co-fondatore e amministratore delegato della Casa, seguirà i suggerimenti. Dalla prospettiva dei conducenti, sarebbe comunque opportuno usare il caro, vecchio buon senso. A prescindere dal legame affettivo sviluppato con la propria macchina, nessun prezzo giustifica rischiare la salute. E la tiktoker crediamo lo abbia appreso.

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