• 19 Settembre 2024 23:50

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Violenze e deportazioni in Libia, Refugees manda dei video all’Onu

Lug 21, 2024

AGI – Una serie di video, raccolti dal movimento autorganizzato Refugees in Libia, documentano le violenze e le torture subite dalle persone migranti catturate in mare dalle milizie libiche e dalla guardia nazionale tunisina. I video, spiega Mediterranea saving humans, sono stati inoltrati alla commissione Onu per i diritti fondamentali, alla Cedu e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Documentano due episodi risalenti al 9 e 17 luglio scorsi.

Il 9 luglio, 52 persone migranti, tra le quali 3 bambini e 4 donne, sono state deportate nel deserto al confine con l’Algeria dalle forze militari tunisine. Erano state bloccate in mare mentre tentavano di raggiungere le coste europee dalla Guardia nazionale tunisina. Dopo essere sbarcate al porto di Sfax, ammanettate e picchiate per ore, derubate dei telefoni e delle poche cose che avevano, sono state deportate nel deserto, senza acqua ne’ cibo.

 

“Abbiamo notizie documentate di 18 di queste 52 persone, sopravvissute. Non sappiamo che fine è toccata ai bambini, alle altre 34”, afferma Mediterranea. Altro episodio è il violento sgombero contro i profughi avvenuto nelle campagne attorno a Sfax il 17 luglio. Donne incinte ferite dalle bastonate, famiglie con bambini colpite violentemente e costrette a fuggire nel tentativo di sottrarsi alla furia dei militari, che hanno anche incendiato i rifugi di fortuna.

 

Dopo questi atti di violenza, inizia la caccia all’uomo, per deportare le persone nel deserto. “Questi video – accusa Mediterranea – documentano in maniera inequivocabile cosa sta accadendo in Libia e Tunisia, a causa degli accordi con il nostro Paese: il ritrovamento dell’ennesima fossa comune proprio nei luoghi di deportazione, denunciato la settimana scorsa dall’alto commissariato Onu per i diritti umani, è il tragico epilogo di queste pratiche disumane. Questa è la strategia rivendicata dal governo italiano contro degli innocenti. Chiediamo al presidente della Repubblica e alle altre autorità: è ammissibile per un Paese, che si definisce democratico come il nostro, essere mandante e complice di questi crimini contro l’umanità?”.

 

 

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