• 9 Ottobre 2024 5:18

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Strage di Erba, confermato l’ergastolo a Rosa e Olindo

Lug 10, 2024

AGI – Non ci sarà un nuovo processo per la revisione della sentenza della strage di Erba. La Corte d’Appello di Brescia ha dichiarato inammissibili le tre richieste di revisione presentate dal pg di Milano Cuno Tarfusser e dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per avere ucciso l’11 dicembre 2006 nella corte di via Diaz Raffaella Castagna, sua madre Paola Galli, suo figlio Youssef di due anni e la vicina di casa Valeria Cherubini. La conseguenza della bocciatura delle istanze, che accoglie la richiesta della Procura Generale, è la conferma del carcere a vita per i coniugi, deciso in via definitiva dalla Cassazione il 3 maggio 2011. La difesa potrà comunque proporre ricorso in Cassazione contro la sentenza.

 

“Faremo ricorso in Cassazione“, ha annunciato l’avvocato Fabio Schembri, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Secondo l’avvocato, la sentenza della Corte d’Appello di Brescia presenta un “vizio di legittimità perché non sono state assunte le prove”. “Io ci spero davvero nella revisione”, aveva confidato Olindo Romano ai suoi legali.

 

 

Cosa successe quel pomeriggio di 18 anni fa

Secondo tre sentenze di condanna, Olindo Romano e Rosa Bazzi uccisero nella corte di via Diaz Raffaella Castagna, sua madre Paola Galli, suo figlio Youssef di due anni e la sua vicina di casa Valeria Cherubini che si trovava sul pianerottolo assieme al marito Mario Frigerio. Il caso è riapprodato in un’aula di giustizia, davanti alla Corte d’Appello di Brescia, su sollecitazione di tre istanze. Obiettivo: mettere in discussione la ‘trinità’ delle prove che hanno retto fino alla Cassazione. La confessione, poi ritrattata, di Olindo e Rosa che spiegarono la mattanza come un ‘regolamento di conti’ per dissidi condominiali, la testimonianza dell’unico sopravvissuto, grazie a una malformazione della carotide, Mario Frigerio, e la prova scientifica individuata nella traccia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo attribuita a Valeria Cherubini.

 

 

 

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