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Morning bell. Mercati ancora deboli, timori per le mosse delle Banche centrali

Set 27, 2023

AGI – I mercati restano deboli e preoccupati dalle mosse delle banche centrali. Gli investitori continuano a temere la prospettiva di un prolungato periodo di tassi di interesse elevati che potrebbe avere forti ricadute sull’economia. La prima riduzione dei tassi da parte della Fed è attesa ora il prossimo giugno, dopo che la banca centrale Usa la scorsa settimana ha fatto sapere che i tagli nel 2024 e 2025 saranno meno del previsto. Gli occhi sono ora puntati sui dati macroeconomici in arrivo e sugli interventi del presidente della Fed, Jerome Powell, e del numero uno della Bce, Christine Lagarde, in agenda, rispettivamente, domani e venerdì.

Intanto c’è attesa per i dati preliminari di venerdì sull’inflazione dell’Eurozona, che dovrebbero mostrare che i prezzi al consumo hanno rallentato al 4,5% a settembre, dal 5,2% di agosto. La scorsa settimana, la Bce ha rialzato al 4% il tasso sui depositi, in quella che secondo gli analisti potrebbe essere l’ultimo rialzo di questo ciclo di aumenti. Oggi negli Usa saranno pubblicati i dati sugli ordini di beni durevoli, domani i consueti dati sulle nuove richieste di sussidi e, infine, venerdì quelli sul deflatore Pce, ovvero la misura d’inflazione maggiormente monitorata dalla Fed.

Restano sullo sfondo anche i timori per la tenuta dell’economia cinese. La Banca centrale cinese (Pboc) ha detto che potenzierà la politica monetaria in modo “preciso ed energico” per sostenere un’economia la cui ripresa sta migliorando con “slancio crescente”. L’obiettivo è mantenere una liquidità ragionevolmente ampia e stabile l’espansione del credito. Ma resta l’incertezza sul piano di rinnovamento del debito del colosso immobiliare cinese Evergrande dopo la notizia degli arresti domiciliari del suo fondatore. Sul fronte macroeconomico, i profitti delle imprese industriali cinesi sono scesi dell’11,7% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 4.655,82 miliardi di yuan nei primi otto mesi del 2023, a causa della debolezza della domanda interna ed estera e della persistente pressione sui margini.

Tuttavia nel solo mese di agosto, i profitti industriali sono aumentati del 17,2% su base annua dopo il calo del 6,7% di luglio, grazie ai primi segnali di stabilizzazione economica. Intanto in Giappone, i responsabili politici della Bank of Japan concordano sulla necessità di mantenere una politica monetaria ultra-allentata, ma sono divisi sulla tempistica con cui la banca centrale potrebbe porre fine ai tassi di interesse negativi, come emerge dai verbali della riunione di luglio. Gli investitori guardano anche agli Stati Uniti alle prese con il rischio di uno shutdown.

La Camera e il Senato si apprestano ad affrontare in modi diversi la battaglia sulle spese del governo, a soli 5 giorni dalla scadenza dello shutdown. Il Senato, controllato dai democratici, ieri ha fatto un passo avanti su un disegno di legge bipartisan inteso a impedire la chiusura delle attività federali, votando con 77 sì e 11 no l’avvio di una misura che finanzierebbe il governo fino al 17 novembre e che comprende circa 6 miliardi di dollari per le risposte ai disastri interni e altri 6 miliardi di dollari di aiuti per l’Ucraina. Sul fronte interno oggi il Consiglio dei ministri esaminerà la Nota di aggiornamento al Def con il nuovo quadro di finanza pubblica, passaggio chiave in vista della legge di bilancio. Secondo fonti qualificate, il Pil del 2023 potrebbe attestarsi a +0,8%, in leggera flessione rispetto al +0,9% tendenziale ipotizzato nel Def e del +1% stimato sul piano programmatico. Il Pil tendenziale per il 2024, invece, potrebbe aggirarsi sul +1%, mentre il Def calcolava una ipotesi di crescita dell’1,4%. 

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