• 3 Ottobre 2024 0:37

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I funerali del musicista ucciso, lungo applauso all’arrivo del feretro 

Set 6, 2023

AGI – Un lungo applauso ha accolto l’arrivo in piazza del Gesù del feretro di Giovanbattista Cutolo, il 24enne ucciso giovedì scorso per futili motivi da un 17enne. In vista del funerale, che viene celebrato alle 15 nella chiesa del Gesù Nuovo dall’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, la piazza è stata transennata dalle forze dell’ordine per regolare i flussi in entrata.

All’esterno della chiesa è stato affisso uno striscione che recita ‘Nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta. Giustizia per Giovannì. Dall’altra parte della piazza, davanti alla facciata laterale della basilica di Santa Chiara, il Comune ha allestito un maxischermo per consentire a più persone di assistere al rito funebre.

I 700 posti a sedere sono tutti occupati e diverse centinaia di persone si sono raccolte nelle navate laterali e in fondo alla chiesa. Dopo Sangiuliano, è arrivato anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha fatto le condoglianze ai familiari e ha abbracciato la mamma di Giovanbattista, Daniela Di Maggio, con cui è rimasto a parlare per alcuni minuti.

Con lui anche il prefetto Claudio Palomba, mentre in precedenza avevano occupato i banchi riservati alle autorità anche il sindaco Gaetano Manfredi, il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, il sottosegretario Pina Castello e l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Davanti all’altare ci sono le corone di fiori e i gonfaloni del Comune, della Regione e della Città metropolitana. Appoggiato alla balaustra dell’altare principale c’è invece uno striscione con la scritta ‘Teatro San Carlo Napolì.

 “Questo è il momento del dolore ed è un dolore insopportabile. Chiedo giustizia per mio figlio”. Sono le parole rivolte da Daniela Di Maggio ai giornalisti e alle persone presenti all’esterno della chiesa del Gesù Nuovo. La donna, accompagnata dal marito Franco, e imbracciando il corno suonato dal figlio, prima di entrare in chiesa ha aggiunto: “È un momento di grande raccoglimento, fatelo per a Giovanbattista che ci teneva al rispetto della legalità”.

“Napoli sei tu e non Gomorra, non è Mare fuori o il Boss delle cerimonie”, dice la sorella, Ludovica Cutolo, parlando con un microfono all’altare della chiesa del Gesù Nuovo a Napoli. “Mamma sta lottando per te, con la forza di cento uomini – aggiunge – perchè non puoi essere definito da quello che ti è successo. Io non sono figlia unica. Siamo sempre Giogiò e Lulù“.

Intanto l’avvocato del diciassettenne che abita nei Quartieri Spagnoli di Napoli, ha ribadito all’AGI  che “Non si era accorto che era il ragazzo morto, glielo ha detto il padre, e, quando ha capito ciò che aveva fatto, si è reso subito collaborativo. Adesso ha maturato anche dentro se stesso la gravità del gesto. E vorrà chiedere perdono alla famiglia della vittima”. 

Il diciassettenne, dopo la convalida del fermo arrivato a poche ore dal delitto, è chiuso nell’istituto di pena minorile di Nisida “e sta male, in stato di choc, affranto e non ha voglia di parlare con nessuno”, spiega Piccirillo. Rispetto ai primi momenti, quando non aveva ben compreso le conseguenze del suo gesto, due colpi sparati alle spalle e poi uno al petto di Cutolo, “ora è consapevole del gesto estremo che ha commesso. Ha metabolizzato ed è pronto ad affrontare il suo debito con la giustizia”.

“Il mio assistito ha sbagliato, ha commesso un reato atroce e pagherà ma c’è un problema generazionale – sottolinea l’avvocato  – bisogna interrogarsi sul ruolo dei social. Ci vuole un massiccio intervento delle istituzioni. E in alcuni casi le zone nevralgiche della movida dovrebbero essere maggiormente sorvegliate”.

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