AGI – No a maglie con il numero 88 e a simboli nazisti o antisemiti. Evitare ogni forma di linguaggio discriminatorio. Campagne di comunicazione dedicate. Sospensione delle partite in presenza di cori razzisti. Potenziamento dei sistemi di videosorveglianza. Sono solo alcuni degli impegni formali assunti da Viminale, ministero per lo Sport e Federcalcio con la “Dichiarazione d’intenti per la lotta contro l’antisemitismo nel calcio” sottoscritta a Roma.
Le nuove norme, punto per punto
Questi, nel dettaglio, gli impegni:
Inserire nel Codice etico un riferimento esplicito alla definizione di antisemitismo dell’IHRA e all’inammissibilità di qualsiasi atteggiamento o espressione antisemita da parte degli associati, dei tesserati, dei tifosi organizzati, prima, durante e dopo le manifestazioni sportive, prevedendo un adeguato sistema sanzionatorio.
Non assegnare ai giocatori la maglia con il numero “88”, considerato un richiamo esplicito alla simbologia nazista.
Vietare l’utilizzo da parte della tifoseria di qualsiasi simbolo che possa ricordare i concetti attinenti al nazismo e all’odio antisemita Responsabilizzare i tesserati delle società sportive
Tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche, anche in occasione di interviste, comunicazioni, messaggi sui social o commenti televisivi, prendendo immediatamente e ufficialmente le distanze da gesti/parole/simboli/post riconducibili a frange della tifoseria che inneggino all’antisemitismo.
Impegnare i tesserati delle società sportive a partecipare, sostenere e promuovere campagne di comunicazione finalizzate al contrasto di ogni forma di antisemitismo, adottando anche iniziative premiali che promuovano tale obiettivo.
Manifestare immediata solidarietà alle vittime di discriminazione antisemita negli stadi, anche attraverso iniziative concrete che testimonino la totale estraneità e l’avversione delle società sportive a tali episodi.
Definire con apposito disciplinare le modalità con le quali, al verificarsi di cori, atti ed espressioni di stampo antisemita, dovrà essere immediatamente disposta l’interruzione delle competizioni calcistiche, con la contestuale comunicazione al pubblico presente dei motivi dell’interruzione tramite apposito annuncio effettuato a mezzo di altoparlanti e display.
Verificare, anche attraverso un più strutturato e significativo uso della tecnologia, il rispetto rigoroso dell’assegnazione nominale del posto negli stadi, cosi’ da rendere più agevole l’individuazione di coloro che si rendessero responsabili delle manifestazioni antisemite, prevedendo sanzioni nella misura in cui la società responsabile non si adoperi adeguatamente affinché durante tutto lo svolgimento delle partite gli spettatori mantengano il posto assegnato.
Potenziare il sistema di video sorveglianza e i servizi di stewarding tanto all’interno quanto nei pressi delle strutture sportive, in particolare nei luoghi ove si siano verificati episodi di antisemitismo.
Prevedere che le sanzioni comminate alle società sportive per gli episodi di antisemitismo che avvengono in occasione delle manifestazioni sportive siano valide anche nei campionati successivi, non solo al fine di evitare la prescrizione ma avendo come effetto – in caso di recidiva – l’inasprimento della sanzione stessa.
Valorizzare il comportamento proattivo delle società sportive ai fini della puntuale osservanza del presente decalogo nelle eventuali determinazioni concernenti l’applicazione delle sanzioni previste per episodi di antisemitismo.
Organizzare, in collaborazione con le società e le Leghe, visite al Memoriale della Shoah di Milano (Binario 21) o in altri luoghi della memoria della Shoah, in Italia e all’estero, per i rappresentanti delle tifoserie organizzate e per i tesserati delle società sportive, al fine di far conoscere la vicenda storica della deportazione degli ebrei e di sensibilizzare sul tema dell’antisemitismo.
Promuovere, in collaborazione con i media specializzati e le piattaforme dei social network, iniziative di comunicazione sul tema dell’antisemitismo, anche svincolate da contingenti episodi di intolleranza.
AGI – No a maglie con il numero 88 e a simboli nazisti o antisemiti. Evitare ogni forma di linguaggio discriminatorio. Campagne di comunicazione dedicate. Sospensione delle partite in presenza di cori razzisti. Potenziamento dei sistemi di videosorveglianza. Sono solo alcuni degli impegni formali assunti da Viminale, ministero per lo Sport e Federcalcio con la “Dichiarazione d’intenti per la lotta contro l’antisemitismo nel calcio” sottoscritta a Roma.
Le nuove norme, punto per punto
Questi, nel dettaglio, gli impegni:
Inserire nel Codice etico un riferimento esplicito alla definizione di antisemitismo dell’IHRA e all’inammissibilità di qualsiasi atteggiamento o espressione antisemita da parte degli associati, dei tesserati, dei tifosi organizzati, prima, durante e dopo le manifestazioni sportive, prevedendo un adeguato sistema sanzionatorio.
Non assegnare ai giocatori la maglia con il numero “88”, considerato un richiamo esplicito alla simbologia nazista.
Vietare l’utilizzo da parte della tifoseria di qualsiasi simbolo che possa ricordare i concetti attinenti al nazismo e all’odio antisemita Responsabilizzare i tesserati delle società sportive
Tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche, anche in occasione di interviste, comunicazioni, messaggi sui social o commenti televisivi, prendendo immediatamente e ufficialmente le distanze da gesti/parole/simboli/post riconducibili a frange della tifoseria che inneggino all’antisemitismo.
Impegnare i tesserati delle società sportive a partecipare, sostenere e promuovere campagne di comunicazione finalizzate al contrasto di ogni forma di antisemitismo, adottando anche iniziative premiali che promuovano tale obiettivo.
Manifestare immediata solidarietà alle vittime di discriminazione antisemita negli stadi, anche attraverso iniziative concrete che testimonino la totale estraneità e l’avversione delle società sportive a tali episodi.
Definire con apposito disciplinare le modalità con le quali, al verificarsi di cori, atti ed espressioni di stampo antisemita, dovrà essere immediatamente disposta l’interruzione delle competizioni calcistiche, con la contestuale comunicazione al pubblico presente dei motivi dell’interruzione tramite apposito annuncio effettuato a mezzo di altoparlanti e display.
Verificare, anche attraverso un più strutturato e significativo uso della tecnologia, il rispetto rigoroso dell’assegnazione nominale del posto negli stadi, cosi’ da rendere più agevole l’individuazione di coloro che si rendessero responsabili delle manifestazioni antisemite, prevedendo sanzioni nella misura in cui la società responsabile non si adoperi adeguatamente affinché durante tutto lo svolgimento delle partite gli spettatori mantengano il posto assegnato.
Potenziare il sistema di video sorveglianza e i servizi di stewarding tanto all’interno quanto nei pressi delle strutture sportive, in particolare nei luoghi ove si siano verificati episodi di antisemitismo.
Prevedere che le sanzioni comminate alle società sportive per gli episodi di antisemitismo che avvengono in occasione delle manifestazioni sportive siano valide anche nei campionati successivi, non solo al fine di evitare la prescrizione ma avendo come effetto – in caso di recidiva – l’inasprimento della sanzione stessa.
Valorizzare il comportamento proattivo delle società sportive ai fini della puntuale osservanza del presente decalogo nelle eventuali determinazioni concernenti l’applicazione delle sanzioni previste per episodi di antisemitismo.
Organizzare, in collaborazione con le società e le Leghe, visite al Memoriale della Shoah di Milano (Binario 21) o in altri luoghi della memoria della Shoah, in Italia e all’estero, per i rappresentanti delle tifoserie organizzate e per i tesserati delle società sportive, al fine di far conoscere la vicenda storica della deportazione degli ebrei e di sensibilizzare sul tema dell’antisemitismo.
Promuovere, in collaborazione con i media specializzati e le piattaforme dei social network, iniziative di comunicazione sul tema dell’antisemitismo, anche svincolate da contingenti episodi di intolleranza.