AGI – L’Italia brucia con 5 grandi incendi ogni giorno dall’inizio dell’estate con migliaia di ettari di boschi e campi in fumo da nord a sud della penisola e danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Effis in riferimento al violento rogo che divampa nei boschi di Arnasco e Villanova d’Albenga in Liguria.
Da quando è partita l’estate, osserva Coldiretti, gli incendi sono più che triplicati colpendo dalla Maremma toscana al Carso friulano, dal Lazio alla Puglia, dalla Basilicata alla Sicilia fino all’Emilia Romagna, favoriti dalla mano criminale dell’uomo e dalle alte temperature oltre i 40 gradi, dalla siccità in un anno con precipitazioni praticamente dimezzate nonostante le ultime ondate di maltempo al Nord: “Ci vorranno almeno 15 anni – spiega l’associazione in una nota – per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate”.
Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con il 2022 che si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di +0,98 gradi rispetto alla media storica ma segnato da una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo, “a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – è la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato dalla mano dell’uomo”.
Le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco delle fiamme nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati a causa della chiusura delle aziende agricole che non possano più svolgere una funzione di controllo e monitoraggio per intervenire tempestivamente. “Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali”.