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Vini urbani: la Freisa di Torino fa rete con Montmartre e il Castello di Schönbrunn

Set 28, 2016
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Torino, Vienna, Parigi. E altre di cui si sa poco. Sono le città che possono vantare vigneti urbani, che possono versare nel bicchiere “vini metropolitani”.

Villa della Regina - Vigna della Regina - vernissage Balbiano

A Torino la vigna appartiene alla Villa della Regina, la dimora in collina che domina il centro cittadino. Un capolavoro del Barocco patrimonio dell’Unesco: l’Associazione Amici di Villa della Regina (nata nel 2010 con l’intento di salvaguardare e promuovere il valore artistico e culturale del complesso della dimora) ha fortemente promosso il progetto di recupero del vigneto e, nei giorni in cui la città ospitava Salone del Gusto e Terra Madre, ha registrato la firma di un patto di gemellaggio tra questo vigneto e quello del Castello di Schönbrunn a Vienna, anch’esso dell’Umanità Unesco.

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Prende così sempre più forma il network dei vigneti storici urbani avviato nel 2014 in occasione del gemellaggio con la Confrérie de Montmartre, che gestisce la storica Cuvée du Clos Montmartre a Parigi (#urbanvineyards).

Insieme agli Amici di Villa della Regina, il progetto di network tra vigne urbane è stato voluto e sostenuto dall’azienda vinicola Balbiano, che nell’ettaro della Villa produce ogni anno circa 4mila bottiglie di Freisa di Chieri Doc “Vigna Villa della Regina”. «Nel 2003 abbiamo accettato la sfida della Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, che ci ha affidato la gestione della vigna – afferma Luca Balbiano, che gestisce l’azienda di famiglia ed è presidente del Consorzio di Tutela delle Doc Freisa di Chieri e Collina Torinese – stiamo portando avanti questo incarico con entusiasmo e, devo ammettere, con buoni risultati». La vigna, già presente nel ‘600, è documentata sino alla prima metà del Novecento (1957) prima dell’abbandono e del degrado. L’intervento, impostato sulla base degli antichi catasti storici (XVIII e XIX sec.), ha previsto nel 2004 il reimpianto di circa un ettaro di vigneto in forma “didattica sperimentale”, portando alla prima vendemmia nell’autunno 2008 di circa 10 quintali e nell’autunno 2009 ad una produzione ottimale di 49,20 quintali di uva, che si è attestata nel 2010 a circa 54 quintali. Sono state impiantate un totale di 2700 barbatelle, per la maggior parte di uva Freisa, pur introducendo alcuni cloni di varietà autoctone rare, come ad esempio il Cari.

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Il Castello di Schönbrunn ha parecchi punti d’incontro con la Villa torinese: patrimonio Unesco, è uno dei più bei complessi barocchi d’Europa, ex residenza estiva della famiglia imperiale e una delle principali attrazioni turistiche di Vienna.

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«L’Italia e l’Austria condividono una lunga tradizione di coltivazione della vite – commenta Fritz Wieninger, direttore dell’associazione WienWein, che gestisce la vigna di Schönbrunn -. I vigneti, facenti parte di due palazzi storici, sono molto speciali e il gemellaggio tra Villa della Regina e il Castello di Schönbrunn è un chiaro segnale per rafforzare quest’unico valore».

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