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Vicino il “bollino” europeo per l’olio calabrese

Ago 24, 2016
Olivo Carolea

Fino a qualche mese fa la Ue storceva il naso di fronte all’olio extravergine calabrese: in base al regolamento 1830, introdotto nel luglio del 2015, l’oro verde Made in Calabria, ricavato dalla varietà di olive Carolea, la cultivar più rappresentativa della regione, conteneva acidi grassi (eptadecanoico, eptadecenoico ed eicosenoico) superiori al limite dello 0,30%, senza possedere, in più, il requisito minimo di 1000 mg/kg di steroli totali. I nuovi parametri di purezza declassavano, per piccole oscillazioni del secondo decimale, la pregiata produzione, da sempre riconosciuta e certificata per le sue proprietà organolettiche e chimico-fisiche come un’eccellenza del territorio. In pericolo l’intero comparto: Coldiretti temeva una perdita secca per agricoltori e imbottigliatori in una regione che vanta un eccezionale patrimonio olivicolo (33 varietà autoctone), “proprio nel momento in cui si stava spingendo per la valorizzazione dell’olio calabrese con l’Igp”. (Qui il disciplinare)

Richiesta Igp nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue

Le reazioni di tutta la filiera olivicolo-olearia sono state immediate. Tanto che una settimana fa si è giunti alla pubblicazione della domanda definitiva di registrazione dell’Igp dell’Olio di Calabria nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (C 305/08). La procedura prevede ora cinque mesi di attesa, per permettere agli Stati membri di presentare eventuali domande di opposizione. Poi l’ assegnazione definitiva del marchio: la certificazione garantirà che la coltivazione, la molitura ed il processo di produzione siano realizzati interamente in Calabria. Una tutela piena del comparto, che vedrà riconosciuta l’eccellenza delle sue produzioni sul mercato nazionale, europeo ed internazionale.

Modifiche al regolamento europeo

A cambiare il destino dell’olio extravergine calabrese è stata innanzitutto la levata di scudi delle associazioni del settore (Aifo, Aipo, Assitol, Cno, Federolio, Unapol, Unaprol, Unasco), tempestive nel richiedere al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina la rettifica dei parametri contenuti nel regolamento europeo. In un documento congiunto specificavano che minime variazioni della composizione dei grassi “non incidono né sul livello qualitativo degli oli né sulla loro genuinità”. E suggerivano di modificare i limiti imposti (0,50%per gli acidi, 900 mg/kg il valore degli steroli totali). Decisivo il ruolo dell’International Olive Council.

carolea

Hogan riabilita la Carolea

I deputati europei Laura Ferrara, Rosa D’Amato e Marco Zullo (M5S) hanno accelerato il processo di riabilitazione dell’olio calabrese, chiedendo al Commissario all’Agricoltura Phil Hogan una revisione dei parametri sugli extravergine, sollecitando inoltre l’approvazione dell’istanza di riconoscimento dell’Igp per l’olio calabrese. Hogan ha risposto positivamente su tutti i fronti, accettando di modificare entro novembre le percentuali indicate nel regolamento così da non danneggiare o escludere dal mercato l’olio ricavato da Carolea.

Oliverio: con Igp cresce l’agricoltura calabrese

Ora si attende solo la formale registrazione del marchio europeo dell’ “Olio di Calabria”. “E’ il primo passo per la costruzione di un sistema olio che contribuirà a far crescere l’agricoltura e l’economia – ha affermato il governatore Mario Oliverio – la Regione continuerà a perseguire politiche di rilancio della qualità, sostenendo l’aggregazione tra i produttori, favorendo l’aumento di imbottigliamento dell’olio calabrese e tutelando le eccellenze”.

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