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Spread poco sopra 290 punti dopo il vertice sulla Manovra, Borse deboli

Nov 27, 2018

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MILANO – Ore 10:15. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi conferma la sua fase discendente all’indomani del vertice di governo che ha confermato l’intenzione di rivedere la Manovra per evitare le sanzioni europee, anche se non sono stati ancora individuati i correttivi concreti da apportare. La via più percorribile è un aumento delle coperture e un differimento delle disposizioni cardine, come il reddito di cittadinanza e la quota 100, per attutirne l’impatto finanziario sul 2019. Per il commissario Pierre Moscovici, la “porta per l’Italia è sempre aperta” e le “soluzioni condivise sono meglio delle sanzioni”. Il differenziale di rendimento tra titoli decennali italiani e tedeschi tratta sotto 290 punti base, a quota 289, con il rendiemento del Btp al 2,32 per cento.

I listini azionari sono reduci dal rally di inizio settimana, con Piazza Affari in particolare evidenza per il recupero dei bancari, ma le prime indicazioni di sono oggi improntate alla cautela. Milano segna un rialzo dello 0,2% dopo l’avvio debole, facendo meglio delle altre: Londra lima lo 0,15%, Francoforte è invariata e Parigi cede lo 0,1%. Anche i future sugli indici americani mostrano segnali di debolezza, che l’agenzia Bloomberg ricollega alla minaccia di Donald Trump su possibili incrementi dei dazi verso la Cina, che risveglano timori di escalation nella guerra commerciale che sembravano sopiti. In attesa del faccia a faccia con Xi Jinping al G20 argentino di fine settimana, Trump ha parlato al Wall Street Journal non escludendo che si possa metter mano alle tariffe per l’export cinese verso gli Usa che non è ancora ricaduto nella rete dei dazi già incrementati e che colpiscono 200 miliardi di importazioni dall’Asia. Una spada di Damocle che pende sulle trattative tra le due diplomazie commerciali, ancora arenate.

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Questa querelle si è ripercossa solo in parte sulla seduta asiatica, nella sua seconda parte. Tokyo ha messo a segno un rialzo dello 0,64% e Seul dello 0,79% mentre Hong Kong termina in calo (-0,17%) e Shangai segna un finale debole (-0,04%). Ieri sera, Wall Street ha segnato un netto rialzo con il Dow Jones a +1,46% e il Nasdaq in progresso del 2,06%: bene Gm per aver annunciato un piano di tagli al personale lacrime e sangue, che ovviamente abbatte i costi e per contro rassicura gli azionisti, e Amazon nel giorno del Cyber Monday.

Il barometro delle quotazioni del petrolio torna al brutto tempo e il barile segna ribassi: il Wti con consegna a gennaio cede 52 cent a 51,11 dollari al barile a New York. A Londra il Brent perde 21 cent a 60,27 dollari al barile. Oro poco mosso in Asia: il metallo prezioso con consegna immediata passa di mano a 1.222,11 dollari l’oncia.

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L’euro tratta stabile sopra 1,13 dollari. La moneta europea passa di mano a 1 1333 dollari e 128,63 yen. Dollaro/yen in calo a 113,50. Debole la sterlina mentre gli osservatori si interrogano su come finirà la partita di Theresa May per l’approvazione dell’accordo di divorzio dalla Ue. In Italia si registra il nuovo segnale negativo dalla fiducia, tanto di consumatori che di imprese, segnala la fiducia di consumatori dopo che in Francia si è visto un calo ai minimi dal novembre del 2015 per l’umore dei nuclei. Negli Usa si guarda ai prezzi delle case e alla fiducia dei consumatori. In Cina, intanto, si è segnato un rallentamento dei profitti aziendali che solleva preoccupazioni ulteriori sul raggiungimento degli obiettivi di crescita: a settembre +3,6% rispetto al 2017, ritmo di espansione minimo da marzo.

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