• 26 Aprile 2024 22:30

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Secondo il presidente della Fed, “l’inflazione non è un fenomeno transitorio”

Nov 30, 2021

AGI – Non si può più parlare di “inflazione transitoria”. È il monito lanciato dal presidente della Fed, Jerome Powell, nel corso della sua testimonianza al Congresso, a circa una settimana dalla nuova nomina alla guida della banca centrale Usa da parte del presidente Joe Biden.         

“È un buon momento per la Fed per ritirare la definizione ‘transitoria’ per l’inflazione”, ha affermato Powell sottolineando che il termine “transitoria” si riferisce a non lasciare dei segni permanenti sui prezzi.  Allo stesso tempo il presidente dell’istituto centrale ha messo in guardia: i rischi di un’inflazione più alta sono aumentati. “In generale”, ha spiegato il numero uno della Fed, “i prezzi più alti che stiamo vedendo sono collegati a squilibri sul fronte dell’offerta e su quello della domanda che possono essere riferiti alla pandemia e alla riapertura dell’economia. Ma può essere anche il caso che gli aumenti dei prezzi si siano diffusi in modo più ampio e penso che il rischio di un’inflazione più alta sia aumentato”. 

Apertura a tapering più aggressivo 

Di fronte alle accresciute pressioni inflazionistiche, Powell ha aperto a un tapering più aggressivo, ovvero alla riduzione dell’acquisto di titoli sul mercato. 

“È appropriato discutere di un’accelerazione del tapering”, ha osservato il presidente della banca centrale Usa. “Non abbiamo ancora preso una decisione sulla riduzione degli acquisti ma i dati di novembre su inflazione, salari, consumi mostrano che a questo punto l’economia americana è molto forte e le pressioni inflazionistiche molto alte – ha detto – Perciò, secondo me, sarebbe appropriato valutare una riduzione dei nostri acquisti di titoli, cosa che abbiamo già annunciato, con qualche mese di anticipo».

Ha precisato: “Avete visto la nostra politica addattarsi e la vedrete continuare ad adattarsi”.   La Fed al momento ha deciso di ridurre di 15 miliardi di dollari al mese gli acquisti ma possibili modifiche saranno discusse al vertice dell’istituto centrale previsto a metà mese.    

Powell ha quindi messo in guardia e avvertito sull’impatto della nuova variante Omicron sulla ripresa e sull’inflazione. “Una maggiore preoccupazione per il virus potrebbe ridurre la disponibilità delle persone a lavorare in presenza, rallentando i progressi sul mercato del lavoro e intensificando i problemi nelle catene di approvvigionamento”, ha affermato Powell. Di conseguenza, ha aggiunto, “sono aumentati i rischi di una maggiore inflazione“. 

Il petrolio crolla a New York

Il prezzo del petrolio crolla al Nymex, appesantito dai timori per la diffusione della variante Omicron del coronavirus, dopo che Moderna ha messo in dubbio l’efficacia dei vaccini. Una prospettiva che spaventa i mercati finanziari e aumenta le preoccupazioni sulla domanda di greggio.  I contratti Wti con scadenza a gennaio cedono in chiusura  oltre il 5% a 66,40 dollari al barile, dopo aver toccato il minimo di seduta a 65,23 dollari, il livello più basso da agosto.   

Wall Street chiude in rosso

Wall Stree chiude in rosso appesantita delle parole del presidente della Federal Reserve. Una prospettiva che alimenta le attese di un rialzo dei tassi anticipato, e che spaventa i mercati già messi sotto pressione dall’incertezza sull’impatto della variante del coronavirus Omicron, dopo che Moderna ha messo in dubbio l’efficacia dei vaccini. Il Dow Jones cede l’1,86% a 34,483.33 punti, il Nasdaq arretra dell’1,55% a 15.537,70 punti e lo S&P500 lascia sul terreno l’1,82% a 4.570,50 punti.  

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