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Salva Roma, guerra di nervi. Caso Siri, le 4 domande del M5s alla Lega – QUOTIDIANO.NET

Apr 23, 2019

Roma, 23 aprile 2019 – Braccio di ferro nel governo sul Salva-Roma e sul caso Siri. A poche ore dal Consiglio dei ministri sul decreto Crescita che contiene la controversa (e ormai consueta) norma sui debiti accumulati dalla Capitale, Matteo Salvini non arretra di un centimetro dopo le dichiarazioni di ieri: “Regali a qualcuno non ne facciamo – dice al Giornale Radio Rai su Radio 1 -. Non ci può essere un intervento salva-Raggi quando ci sono tanti comuni italiani in difficoltà e che hanno bisogno”, aggiunge. Il punto è: “O si aiutano tutti oppure non ci sono cittadini di serie A o di serie B, così come non ci sono sindaci di Serie A e di Serie B”. Toni che lasciano intendere una minaccia, neanche velata, di votare no alla norma. Parole che, nonostante il vicepremier leghista ribadisca di non voler far saltare il governo dopo le elezioni europee (“Abbiamo troppe cose da fare”), agitano acque già mosse in casa Cinquestelle.

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TENSIONE CON DI MAIO – “Cosa penso del muro della Lega su Roma? Nulla, trovo grave che per fare campagna si colpisca la capitale lanciando slogan su un provvedimento a costo zero”, commenta Luigi Di Maio. “È probabile che Salvini non abbia compreso la natura della misura, visto che punta a non far pagare più non solo ai romani gli interessi su un debito vecchio di 20 anni alle banche, ma anche a tutti gli italiani considerato che i 300 milioni il governo Berlusconi li prese nel 2008 dalla fiscalità generale”, aggiunge prima di lanciare al collega vicepremier una frecciatina: “Spiegherò io stesso tutto questo a Salvini e sono sicuro che troveremo una soluzione”.

In precedenza, era stato il sottosegretario grillino Manlio di Stefano su Facebook ad attaccare il leader della Lega. “Prima gli italiani, prima il Nord o prima i comuni dove governa la Lega e chi se ne frega degli altri cittadini?”, scriveva Di Stefano. “È questa la domanda cui deve rispondere Matteo Salvini, perché pensare di punire tre milioni di romani per stupidi giochi politici è da irresponsabili”, rincarava.

Fonti del Movimento 5 Stelle fanno poi notare che era in Parlamento mentre la Lega votava a favore “dell’unico vero Salva-Roma” varato dal governo di centrodestra nel 2008. “Si è forse pentito, oppure sta semplicemente montando una polemica ad arte sulla pelle dei cittadini, solo per nascondere il caso Siri?”, si chiedono le stesse fonti.

BONGIORNO MEDIA – Toni decisamente più pacati giungono dal ministro della Pubblica Amministrazione, la leghista Giulia Bongiorno. “Qualsiasi norma che vada ad aiutare un Comune va benissimo, io ho Roma particolarmente nel cuore, ma dobbiamo tenere in considerazione il fatto che esistono altri Comuni”, spiega. “L’idea è fare in modo che altri Comuni, che abbiano delle necessità, siano presi in considerazione”, aggiunge illustrando quella che potrebbe essere la mediazione finale. L’obibettivo è trovare una “sintesi”, ma alla domanda se la misura uscirà dal Cdm, la Bongiorno non si sbilancia: “Vediamo”.

CASO SIRI – Nella guerra di nervi entra anche il sottosegretario leghista Armando Siri, convitato di pietra del Cdm con l’inchiesta per corruzione che lo riguarda. Salvini, anche qui, tiene il punto: “In Italia si è colpevoli solo in caso di processo e condanna”. Ma il M5s non molla: “Intollerabile che resti al governo”, dice il presidente dell’Antimafia e parlamentare pentastellato, Nicola Morra,

Siri, le 4 domande alla Lega sul blog dei 5 Stelle

Nel frattempo, sul blog delle Stelle compare un post dal titolo: “Quattro domande alla Lega sul caso Siri”. Si elencano quattro quesiti per “un chiarimento necessario e non più rimandabile”.

“Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata?

Perché Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate dal M5S, per incentivare l’eolico?

Perché Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte?

Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?”

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