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Ripartono i prezzi in Cina, le Borse rimbalzano sulla spinta dell’Asia

Ott 14, 2016

MILANO – Ore 9:20. I mercati trattano in cauto rialzo, in attesa di sentire le parole del governatore Janet Yellen (nel tardo pomeriggio italiano) che potrebbero dare nuove indicazioni sul rialzo dei tassi d’interesse negli Usa. Dopo la pubblicazione degli ultimi verbali relativi alla riunione Fed di fine settembre, gli operatori sono sempre più convinti che l’attesa stretta monetaria arriverà a dicembre, quando sarà passato un anno dal primo rialzo del costo del denaro che mancava dal 2006. Le azioni dei mercati emergenti hanno recuperato terreno dopo l’emergere di segnali di stabilizzazione dell’economia cinese, con i prezzi alla produzione in crescita per la prima volta dal 2012. Numeri che contrastano con il calo dell’export emerso alla vigilia, che aveva generato una fuga dall’azionario dei Paesi asiatici. Milano segna un guadagno dello 0,4% in avvio, in linea con Francoforte, mentre Londra e Parigi aggiungono mezzo punto percentuale.

Nel Vecchio continente si attendono molti dati importanti, a cominciare dall’Italia dove intanto fervono gli ultimi lavori intorno alla Manovra economica per il 2017. L’Istat pubblica l’andamento dell’inflazione di settembre, Bankitalia rilascia il Bollettino trimestrale. Dai costruttori europei è emerso che il mercato automobilistico ha segnato +7,3% a settembre, con Fca che viaggia a velocità doppia (+14,2%) per una quota in salita oltre il 6%. Anche in Spagna si guarda ai prezzi: l’inflazione, secondo la lettura finale, si è attestata a settembre allo 0,su base annua, rivista al ribasso rispetto alla stima preliminare pari a 0,3%. A Piazza Affari si segnala poi la cessione di un pacchetto di sofferenze da 618 milioni da parte del Banco Popolare, mentre l’assemblea straordinaria di Ubi si riunisce per approvare la banca unica con l’incorporazione di tutte le banche regionali della rete.

Il cambio euro-dollaro è in leggero calo, con la moneta del Vecchio continente che scambia a 1,10264 biglietti verdi. Euro invece in rafforzamento nel cambio con sterlina, con il cambio che sale dello 0,13% a 0,90375 pound. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile sotto 135 punti base, con il decennale italiano che rende l’1,38%.

Come accennato, i dati dalla Cina sono stati positivi: l’inflazione ha segnato a settembre un aumento annuo dell’1,9%, maggiore dell’1,3% di agosto e dell’1,6% delle previsioni. Quanto ai prezzi alla produzione, l’incremento è stato dello 0,1%, contro il calo dello 0,8% di agosto e le attese di una flessione dello 0,3%. E’ soprattutto su questo aspetto che si sono concentrati i mercati: dopo 54 mesi consecutivi di cali c’è stata una inversione di tendenza, mentre la variaizione annua è risultata positiva dell’1,9%. Sul fronte finanziario, intanto, si è appreso che da novembre in avanti sarà operativo il ponte tra le Borse di Shenzhen e di Hong Kong. In base al nuovo schema, gli investitori internazionali potranno trattare fino a 880 titoli quotati a Shenzhen tramite broker di Hong Kong, mentre gli investitori cinesi potranno trattare fino a 417 titoli quotati presso lo Hong Kong Exchange and Clearing. Il ponte tra le due Borse sarà il secondo in atto tra la Borsa di Hong Kong e un mercato azionario cinese, dopo il lancio dello stock connect con la Borsa di Shanghai, nel novembre 2014.

La Borsa di Tokyo ha terminato l’ultima seduta della settimana in rialzo, mentre si è svalutato sul dollaro: l’indice Nikkei ha segnato un aumento dello 0,50% a quota 16.864.28, con la valuta nipponica intorno a quota 104 sul biglietto verde: gli investitori scommettono su un aumento del costo del denaro negli Stati Uniti da qui a fine anno. Sempre nella bufera Samsung, che ha stimato di perdere 3 miliardi di utili con lo stop al Galaxy Note 7. Negli Stati Uniti l’agenda macreoconomica propone i prezzi alla produzione, le vendite al dettaglio, il dato preliminare della fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan e le scorte delle aziende di agosto. Da segnalare le trimestrali finanziarie di JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo. Chiusura negativa ieri sera a Wall Street, dove – soprattutto nella fase iniziale di seduta – ha pesato il calo dell’export cinese nel mese di settembre. Alla fine, il Dow Jones Industrial ha recuperato un po’ di terreno limanto la flessione allo 0,25% a 18.098 punti e il Nasdaq allo 0,49% a 5.213.

Quotazioni del petrolio in leggero rialzo, con il Brent che guadagna lo +0,17% a 52,12 dollari al barile, mentre il Wti sale dello 0,61% a 50,75 dollari al barile. Le quotazioni dell’oro mantengono invece i rialzi dei giorni scorsi sui mercati asiatici: il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.255 dollari l’oncia.

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