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Bpm-Banco, via libera dalle assemblee: nasce il terzo polo italiano

Ott 15, 2016

MILANO – Il Banco Popolare e la Banca popolare di Milano hanno dichiarato i rispettivi “sì” alle nozze: dalle assemblee è arrivato il via libera alla fusione e trasformazione in Spa, passaggi che daranno vita al terzo polo bancario italiano dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit. Nell’assise di Verona c’è stato un vero e proprio plebiscito: i voti a favore sono stati 23.683, i contrari 118 e gli astenuti 11. A Milano, i favorevoli sono stati 7.314 mentre sono risultati 2.731 i contrari. I soci meneghini si sono espressi per alzata di mano, salvo poi passare al conteggio preciso della minoranza: all’annuncio del risultato, nella sala della FieraMilano a Rho è scattato un applauso. Eppure erano diversi gli umori all’avvio dei lavori: se in Veneto l’amministratore delegato, Pier Francesco Saviotti, si è emozionato e ha parlato di sogno che si avvera, con l’esito del voto mai in discussione, in Piazza Meda una parte dei soci, i pensionati in particolare, era contraria alla fusione.

A spiegare le ragioni della fusione ai soci milanesi ci ha pensato l’amministratore delegato della Bpm, Giuseppe Castagna: “Si tratta di un salto con cui vi chiediamo di guardare al futuro e non al passato”, ricordando che, da sola, Bpm sarebbe un bocconcino prelibato per i fondi e le banche estere, ma ha aggiunto: “Il mantenimento dell’identità e la continuazione di una tradizione centocinquantennale, state sicuri che se vengono da fuori a mettere le mani su Bpm ce li possiamo scordare”.

#assembleabpm Castagna: Milano rimane centrale in questa operazione

— Vittoria puledda (@VPuledda) 15 ottobre 2016

Prima ancora era stato il presidente del consiglio di gestione, Mario Anolli, a ricordare “la piena continuità con il welfare aziendale” e la costituenda Fondazione Bpm che gestirà a fini di beneficenza una parte degli utili aziendali, così come previsto dallo Statuto della nuova banca post fusione. Una fusione, ricorda Castagna, che sarà presente per il 77% dei suoi sportelli nelle 4 regioni sulle 10 più forti in Europa.

Bpm-Banco, via libera dalle assemblee: nasce il terzo polo italiano

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Per essere approvata, la fusione aveva bisogno del voto favorevole dei due terzi dei presenti. In apertura dei lavori, era stato il presidente del consiglio di sorveglianza della Bpm Nicola Rossi a dare voce ai mal di pancia dell’assemblea, invitando i soci a considerare con “attenzione” quelli che sono “i principali fattori di rischio dell’operazione che possono condizionare l’attività della capogruppo, relativi sia alla fusione che al soggetto aggregante” Secondo Rossi sarebbe stata “doverosa una maggiore completezza informativa” della relazione del consiglio di sorveglianza all’assemblea, corredandola con le “considerazioni dubitative espresse da alcuni consiglieri”.

Sulla sponda veronese, è arrivato l’appoggio all’operazione dalla Fondazione Cariverona che è intanto salita dallo 0,5% allo 0,76% del capitale del Banco Popolare. A rappresentare la fondazione, che è anche primo socio italiano di Unicredit, è stato il dg Giacomo Marino, secondo cui il risultato dell’operazione sarà “la nascita di un grande polo Bancario che andrà ad occupare una posizione di rilievo nel sistema bancario nazionale frutto dell’unione di due Banche di antica tradizione, che hanno sempre operato sui territori più vivaci ed economicamente più dotati del paese”.

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