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La Fed avvicina il rialzo dei tassi: in calo le Borse europee

Ott 13, 2016

MILANO – La Fed avvicina la stretta monetaria e i mercati europeri che temono un rialzo dei tassi entro fine anno si muovno in rosso: Francoforte cede lo 0,92%, Parig frena dello 0,68% e Londra segna un -0,77%. Fa peggio Milano che lascia sul parterre l’1,3%. Dai verbali della riunione della Federal Reserve si legge che il rialzo del costo del denaro arriverà “relativamente presto” anche perché a settembre si è andati vicinissimi alla decisione di una stretta, ma sui tempi è scontro, con la divisione tra ‘falchi’ e ‘colombe’ messa ora nero su bianco.

I primi – emerge dal rapporto – hanno messo in guardia da una strategia troppo attendista, come quella finora avallata dalla numero uno della Fed Janet Yellen. Aspettare troppo tempo, spiegano i ‘falchi’, alimenta una preoccupazione sempre più forte: quella che ulteriori ritardi inneschino un processo che possa addirittura provocare una nuova recessione. Un rischio reale per una parte dei membri del board della banca centrale statunitense, che vorrebbero un ritorno alla normalità più graduale, senza poi essere costretti ad una manovra di politica monetaria più agressiva.

Ma a prevalere al momento sono le considerazioni di chi vede invece un’economia ancora troppo lenta nella sua crescita, nonostante negli ultimi mesi si sia assistito a una discreta prestazione del Pil e notizie più che buone vengano dal mercato del lavoro, con un’economia che continua a creare in maniera stabile, mese dopo mese, nuova occupazione: oltre 15 milioni di posti dal 2010.

Dal fronte macroeconomico in Germania l’inflazione è salita dello 0,1% congiunturale a settembre e dello 0,7% su anno. In Cina, invece, l’export è sceso del 10% tendenziale a settembre, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,9%. Lo hanno comunicato le dogane, specificando che le esportazioni sono scese a 184,5 miliardi di dollari e l’import a 142,5. Il surplus commerciale è di 42 miliardi di dollari contro i 60,3 di settembre 2015.

L’euro è in lieve rialzo ma resta debole, risale lo yen dopo i brutti dati sull’export cinese a settembre e la sterlina torna a scendere sotto quota 1,22 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1014 dollari e cala a 114,30 yen. Giù dollaro/yen a 103,80, per l’indebolimento della propensione al rischio degli investitori, che risente del calo del 10% dell’export cinese calcolato in dollari. Pesa il prolungato deprezzamento dello Yuan, ancora in calo sul dollaro. La parità sul biglietto verde è stata fissata oggi a 6,7296, in calo di 38 punti base rispetto al valore fissato ieri dalla banca centrale. Dall’inizio della settimana, il valore della valuta cinese è sceso di 518 punti base rispetto al dollaro. La sterlina arretra a 1,2174 sul biglietto verde e a 0,9048 sull’euro, indebolita dalle tensioni tra Londra e Bruxelles sul dopo Brexit. Lo spread tra Btp e Bund è in calo a 132,9 punti dai 133,8 della vigilia e i 135 della chiusura di ieri. Il rendimento è all’1,36%.

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in calo, sulla scia del rafforzamento dell yen e dei dati negativi sull’export cinese, sceso del 10% a settembre, tenendo conto del cambio in dollari. L’indice Nikkei è arretrato dello 0,39% a 16.774,24 punti. La seduta a Wall Street è finita contrastata, ma poco mossa nel giorno in cui la Federal Reserve ha diffuso i verbali della riunione terminata il 21 settembre scorso e nella quale i tassi furono lasciati allo 0,25-0,5%. Il mercato non ha scoperto nulla di nuovo rispetto a quanto già immaginava. Il Dow Jones ha guadagnato 15,54 punti, lo 0,09%, a quota 18.144,20. L’S&P 500 è salito di 2,45 punti, lo 0,11%, a quota 2.139,18. Il Nasdaq ha perso 7,77 punti, lo 0,15%, a quota 5.2319,02.

Tra le materie prime il prezzo del petrolio perde qualche colpo, dopo i recenti guadagni, in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa. Sui mercati asiatici il future sul Light crude Wti cede di 41 cent a 49,78 dollari e quelli sul Brent arretrano di 36 cent a 51,45 dollari al barile. L’oro guadagna lo 0,39% a 1.260,14 dollari l’oncia.

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