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Quadra: la nuova vita del Franciacorta nella sperimentazione “eretica”

Set 19, 2016
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Due milioni e mezzo per raddoppiare la cantina e più risorse per finanziare la sperimentazione del “laboratorio” Quadra. L’azienda franciacortina sta per avviare i lavori per il raddoppio della cantina, sottolinea Ugo Ghezzi, patron della casa vinicola: «Da tempo avevamo un altro pezzo di cantina vicino a quella principale di via San Eusebio a Cologne, ma ora abbiamo deciso di rinunciare e ampliare quella centrale: abbiamo tutti i permessi e in ottobre si aprirà il cantiere». La cantina ha in affinamento 500mila bottiglie.

L’azienda agricola Quadra fa capo alla famiglia Ghezzi attraverso Black and blue wind, holding lussemburghese impegnata a livello internazionale (con focus in Argentina e Italia) nel business delle energie alternative. Quadra è una diversificazione degli investimenti dei Ghezzi. «Sappiamo che il ritorno sugli investimenti è di lungo periodo – aggiunge l’imprenditore bresciano – ma siamo soddisfatti dei risultati e di quanto abbiamo fin qui fatto».

Quadra è sotto il controllo dell’amministratore delegato Cristina Ghezzi e del direttore tecnico Mario Falcetti, mente del laboratorio Quadra ed ex di Contadi Castaldi. L’azienda di Cologne dichiara una produzione annua di 150mila bottiglie e 20 ettari di vigneti.

MARIO FALCETTI

La visione di Mario

«Sono arrivato a Quadra perché convinto che si possa conciliare il mondo della sperimentazione e della ricerca con quello imprenditoriale – spiega Falcetti -. Grazie a questo binomio, l’azienda ha sviluppato in questi anni molti progetti, in direzione della longevità del vino».

Per Falcetti dopo anni orientati eccessivamente al marketing e alla moda, è giunta l’ora per il Franciacorta di riappropriarsi di un’identità del vino più autentica. Il “guru visionario” sottolinea i meriti del Franciacorta, essenza dello stile italiano, ma poi dice apertamente che per troppi anni si è rincorso il marketing e la moda. Per esempio, «il Satèn è la perla del Franciacorta – sostiene – ma si è esagerato, a volte con prodotti imbarazzanti: dolci e facili. Fino a provocare un calo del prezzo medio del Satèn, troppo vicino al Brut».

Degustazione doppia

Nella degustazione del Franciacorta Festival, Falcetti ha optato per una “verticale parallela” di Satèn e Cuvée extra Brut (con sboccatura a la volée), dal 2011 indietro fino al 2005. Eccellenti i risultati ottenuti anche con i 10 anni di affinamento sui lieviti. Poi «della produzione già eccezionale del 2011 – ha detto il direttore di Quadra – abbiamo deciso di accantonare 5mila bottiglie per altri 5 anni».

Ma oltre alla sfida sulla qualità del Franciacorta lanciata apertamente da Falcetti c’è anche l’eresia. Si chiama, appunto, EretiQ 2011 Dosaggio Zero, per «chi ama degustare fuori dal coro».

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«L’idea ha iniziato a frullarmi in testa sin dall’arrivo in Franciacorta, nel 1997 – racconta -. L’azzardo è di pensare a un Franciacorta privato del suo caposaldo, lo Chardonnay. E così, cogliendo tra le basi della vendemmia 2009 ho coronato il sogno unendo i due Pinot, bianco, in primis, e nero per dar vita ad una espressione inconsueta di Franciacorta. In EretiQ i sentori di fiori e frutti bianchi si fondono alle fragranze di piccoli frutti rossi. La delicata struttura è retta da una acidità decisa sottolineata dalla totale assenza di dosaggio. L’eresia si completa poi con una bottiglia che esalta il colore viola».

Ma non è finita. Il pensiero di Falcetti è già proiettato verso una nuova idea: realizzare ogni anno un vino unico per blend, un’idea a termine, sviluppabile solo in quella vendemmia.

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