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Piano vaccini: Arcuri assume 20mila “vaccinator”. Tutta la distribuzione delle fiale in mano ai militari – L’HuffPost

Dic 3, 2020

L’assunzione di ventimila figure professionali, una sorta di navigator per i vaccini. Tutta la distribuzione in mano alle Forze Armate, tagliati quindi fuori gli operatori della logistica. Un grande hub nazionale individuato dall’Esercito da cui partiranno le fiale verso tutti gli angoli del Paese, anche quelli più reconditi. Il coinvolgimento (pro bono) di Eni e Poste per il tracciamento delle dosi dall’arrivo sul territorio fino alla somministrazione. Sono alcune delle novità previste del piano preparato dalla struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri per la più grande campagna di vaccinazione di massa che l’Italia abbia mai affrontato.

Le incognite e le criticità che gravitano intorno al piano sono tante, e il commissario ha provato a fugarle, in una audizione alla Commissione Trasporti della Camera, partendo prima di tutto dal cronoprogramma. Tutta la popolazione dovrà essere vaccinata a cavallo della prossima estate. L’idea è di vaccinare fino a 28 milioni di cittadini nel primo trimestre 2021, altre 57 milioni di dosi da somministrare nel secondo, altre 74 milioni nel terzo trimestre e così via. A settembre, se tutto va secondo le previsioni di Arcuri, ogni italiano avrà avuto accesso a una doppia dose di vaccino.

Questa la teoria, poi c’è la pratica che spesso in passato non ha brillato. “Abbiamo audito tutti i soggetti coinvolti nel trasporto”, dice all’HuffPost Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti, “perché non vogliamo che si ripetano gli errori visti con le mascherine o con l’app Immuni, per questo questo abbiamo chiesto un coinvolgimento costante del Parlamento”.

Come far arrivare quindi le fiale in ogni angolo del Paese in modo omogeneo e nei tempi previsti, evitando ritardi e colli di bottiglia? Stiamo parlando di movimentare circa 150 milioni di dosi in otto/nove mesi. La road map del commissario individua due grandi fasi. La prima si avvarrà quasi esclusivamente del farmaco Pfizer-BioNTech, il primo che arriverà in Europa e ormai noto a tutti per la catena del freddo di cui necessita, particolarmente rigida perché richiede la conservazione in ogni fase di temperature inferiori ai -70°. La consegna, a carico esclusivamente della Pfizer senza oneri aggiuntivi per lo Stato, avverrà in 300 presidi individuati da Arcuri e Regioni: si tratta di ospedali, e a sottoporsi a questa prima vaccinazione saranno, com’è noto, personale sanitario e i degenti delle Rsa, circa 1,7 milioni di persone. L′87% dei 300 ospedali già dispone delle celle frigorifere adeguate alla rigida cold chain del farmaco Pfizer, al restante 13% saranno fornite dalla struttura commissariale. “Chiediamo al Commissario di acquisire con tempestività queste celle, in modo che nessuno ne sia sguarnito”, ha subito chiesto Paita.

La parte difficile tuttavia si avrà con la seconda fase, la vaccinazione di massa in senso stretto con farmaci da conservare a temperature ordinarie, dai 2° agli 8°. “Per questa fase il modello di distribuzione sarà molto diverso”, ha detto Arcuri. “Le fiale verranno inviate dai big del pharma in un grande hub nazionale individuato dalle Forze Armate, dove saranno custodite in massima sicurezza”. Da lì poi si muoveranno, su unità mobili, verso 1500 punti già individuati in tutto il territorio nazionale, ovvero i primi 300 presidi ospedalieri a cui se ne aggiungeranno altri 1200 di diverso tipo, come le farmacie ospedaliere e Asl. Si punta così ad avere un punto di somministrazione ogni 30mila abitanti. Successivamente, ha poi aggiunto il Commissario, saranno probabilmente coinvolti anche i medici generali, pediatri e farmacie.

Ma chi lo somministrerà? Il team sarà composto da un medico, quattro infermieri e il personale amministrativo. Arcuri ha annunciato l’assunzione a breve di 20mila figure professionali per tutta la durata dell’emergenza. Una sorta di navigator dei vaccini che, prima di prendere servizio, dovranno superare un modulo di formazione, anche a distanza, tenuto dal personale dell’Istituto Superiore di Sanità. “Li ricercheremo attraverso una richiesta di manifestazione di interesse pubblica che emaneremo presto, e ne coordineremo poi l’utilizzo insieme ai punti di somministrazione locali”.

La distribuzione in questa seconda fase sarà tutta a carico delle Forze Armate. Tagliati fuori quindi gli operatori della logistica, salvo i grandi depositi della catena dei farmaci con cui ieri il commissario ha aperto un tavolo di confronto. Ma spetterà solo ai militari trasportare le dosi dall’hub nazionale ai 1500 presidi territoriali e, da lì, occuparsi della distribuzione dell’ultimo miglio, raggiungendo anche i luoghi più impervi e i cittadini impossibilitati a spostarsi da casa. “Per noi va bene così, e siamo tutti impegnati a fare il tifo per l’Esercito e per l’Italia”, dice all’HuffPost Ivano Russo, direttore generale di Confetra. “Avevamo posto un tema di principio: non si può redigere un Piano Logistico senza neanche sentire le organizzazioni che rappresentano istituzionalmente questi settori rispetto al dialogo con Governo e Parlamento”. Le difficoltà di un piano trasportistico di questa portata è evidente: “Serve una programmazione in premessa, basata sulla conoscenza dei territori, delle infrastrutture, dei collegamenti tra porti e aeroporti”, dice Paita. “Anche perché sappiamo bene quali sono le carenze infrastrutturali italiane, e le abbiamo viste per esempio in estate in Liguria”. Arcuri, sul finire dell’audizione, ha comunque aggiunto che “se serviranno altri contributi verranno coinvolti anche gli attori della logistica”.

L’obiettivo del resto è di garantire l’accesso al vaccino, indipendentemente dal territorio in cui si vive: “La distribuzione sarà omogenea, non è pensabile ci possano essere differenze tra diverse aree del Paese”, ha specificato Arcuri.

C’è poi la fase del tracciamento, cioè del monitoraggio a distanza di ogni singola dose da quando arriva sul territorio nazionale fino alla somministrazione e alla rendicontazione in un database informatico del Ministero della Salute. Se ne occuperanno due aziende pubbliche, Poste ed Eni: “Stanno realizzando per noi un sistema informativo assai evoluto che traccerà ogni singola fiala in ogni passaggio. Un sistema che attiverà processi di prenotazione, somministrazione e rendicontazione per ogni cittadino, raccogliendo dati che verranno poi trasferiti a sistema informativo al Ministero”. Anche Poste ed Eni saranno chiamati in audizione dalla Commissione Trasporti: “Pensiamo di convocarli, bisognerà assicurarsi che queste istituzioni dialoghino tra loro e con le altre coinvolte nel piano vaccini”, dice Paita.

Infine, c’è la campagna di sensibilizzazione: “Stiamo organizzando un layout omogeneo per tutto il territorio, per sensibilizzare tutti i cittadini sul vaccino”. Anche su questo “vigileremo”, ha chiarito Paita, “affinché sia una campagna capillare ed efficiente”. Su questo non ha dubbi Arcuri, come non ne ha su tutto il piano studiato dalla sua struttura: “Siamo pronti? Sì, lo siamo”.

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