MILANO – Ore 9.10. I mercati si prendono una pausa dopo una la raffica di rialzi delle ultime sedute. Ieri a Wall Street Dow Jones e Nasdaq hanno registrato la sesta seduta positiva consecutiva, completando così la serie più lunga da agosto, sulla scia della prospettiva di una rapida approvazione del maxi piano di aiuti da 1900 miliardi all’economia Usa. In Europa gli indici ripartono deboli e contrastati: Londra cede lo 0,02%, Francoforte è invariata a 14.058 punti e Parigi sale dello 0,31%. Piazza Affari per il momento è appena sopra la parità. sostenuta dall’ottimismo degli investitori per la formazione di un governo guidato da Mario Draghi. Resta invece in scia alla Borsa Usa l’Asia, con tutti i principali indici in positivo verso la chiusura e Tokyo che ha concluso gli scambi a +0,4%.
Per l’Italia l’osservato speciale resta lo spread, già sceso ai minimi da oltre cinque anni, ben al di sotto di quota 100 punti, con il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina che ha previsto ieri che possa arrivare anche fino a quota 50-60 punti. Ribasso che in questi giorni ha fatto brindare tutto il comparto bancario che vede così rivalutati i propri del debito italiano nel proprio portafoglio. Oggi il differenziale è in lieve rialzo in mattinata, a 96 punti, con il rendimento del titolo decennale italiano a +0,51%,
Draghi spinge lo spread sotto 95 punti. Spagna e Portogallo si avvicinano, ma la partita per l’aggancio si gioca sulla crescita
di Raffaele Ricciardi 08 Febbraio 2021
Sulla scena finanziaria resta protagonista il Bitcoin, che arriva in mattinata a sfondare quota 48 mila dollari, con un rialzo di oltre venti punti percentuali in meno di 24 ore, dopo l’annuncio da parte di Tesla di avere investito a gennaio nella criptovaluta 1,5 miliardi di dollari.
Tra i dati macroeconomici, in attesa della produzione industriale dell’Istat a dicembre, dalla Germania si registra un drastico calo del surplus commerciale tedesco, in flessione per il quarto anno consecutivo. Il saldo positivo tra esportazioni e importazioni si è attestato a 179,1 miliardi di euro (+16,1 a dicembre). Il calo del 9,3% delle esportazioni e il calo delle importazioni del 7,1%, rispetto al 2019, sono stati i più marcati su base tendenziale dalla crisi del 2009.
L’ottimismo sui mercati continua a contagiare anche il petrolio. In mattinata Il Wti del Texas avanza dello 0,9% a 58,5 dollari mentre il Brent oramai veleggia sopra i 61 dollari (+0,97%)