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Palermo, prof sospesa torna a scuola: “Felice di rientrare”. Quindici rose dai suoi studenti

Mag 27, 2019

“Oggi è una bellissima giornata, sono felicissima di rientrare a scuola con i miei alunni”. È tornata oggi in classe, alla prima ora, Rosa Maria Dell’Aria, la docente dell’istituto Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale per non aver vigilato su una ricerca dei propri alunni che hanno accostato le leggi razziali del ’38 al decreto sicurezza del ministro Salvini. I suoi alunni della I e II E e della II B informatica le hanno donato 15 rose rosse, una per ogni giorno di sospensione, mentre i colleghi le hanno regalato una pianta di orchidee.

“Continuerò a insegnare ai miei ragazzi a crescere, a riflettere a non essere indifferenti – ha detto l’insegnante – e a prendersi cura dell’altro, a essere consapevoli”. La prof ha detto che oggi insegnerà Storia e ai cronisti che le hanno chiesto se in classe si parlerà di Europa ha risposto: “Sì, che per me è un valore”.

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I ministri Salvini e Bussetti avevano annunciato il 23 maggio, nel corso di un incontro in prefettura, una soluzione, ma la prof nei giorni scorsi ha chiesto “non clemenza”, ma “una dichiarazione ufficiale nella quale si dice che non ha alcuna colpa“, una riabilitazione pubblica che sottolinei che è stata punita ingiustamente. Il figlio, l’avvocato Alessandro Luna, ha già annunciato ricorso al Tribunale del lavoro, perchè la battaglia continua. È un fatto, del resto, che la docente abbia ripreso il suo posto dopo avere scontato per intero il provvedimento.

“Sono stata lontana dalla scuola per due settimane e, come ho già detto, sono dispiaciuta del fatto che non sia emerso che nel mio operato non c’era colpa. I ministri Bussetti e Salvini hanno promesso che avrebbero lavorato per una soluzione che annullasse gli effetti del provvedimento – ha proseguito – e io ho fiducia che manterranno la parola, non ho motivo di credere il contrario. Certo, non può essere dall’oggi al domani, ma se i tempi dovessero allungarsi a dismisura, saremmo obbligati a presentare il ricorso”.

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