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Nel paese delle mamme felici: “Qui viene voglia di fare figli”

Feb 10, 2017

LAMBRUGO ( COMO). Questo paese è un nido, un bel nido comodo dove le coppie di umani emigrano per mettere su famiglia. Un posto tranquillo in collina dove l’aria è buona, l’acqua pure, il pomeriggio i bambini vanno a prendere la cioccolata calda al panificio Bertarini e, “detto sinceramente, qui ti viene voglia di procreare “, dice Alessio Albinti, papà di due bambini. Lambrugo, 2.500 abitanti, Brianza comasca, antico luogo di villeggiatura dei milanesi ricchi. L’anno scorso qui sono nati 35 bambini e sono morte 21 persone. Saldo naturale positivo, in controtendenza rispetto all’Italia e alla Lombardia, e anche a Milano, che è lontana 50 minuti di treno o un’ora di macchina, lontanissima per stress, traffico, rumore. “In 15 anni siamo aumentati di 500 abitanti”, spiega soddisfatto il sindaco Giuseppe Costanzo (lista civica, nessun colore politico), perché da anni molte giovani coppie decidono di venire a vivere proprio qui, e non a Como, o Inverigo, o Erba, e comprano casa, stanno bene, fanno figli.

Sembra facile, e in effetti non ci vuole poi molto, per ribaltare i dati nazionali e diventare un paese a misura di famiglia e di infanti. Soprattutto, è una questione di soldi e servizi. Mara Pandolfi, estetista e mamma: “In tanti siamo venuti qui perché, detto chiaro, le case costano meno”: 1.900/2.000 al metro quadro, e magari trovi una bella casa vecchia da restaurare, con il giardino, e se non c’è il giardino “esci e c’è il parco, non ci sono pericoli, i bambini stanno bene”, dice Mikaela Cisu, commessa, marito operaio metalmeccanico, mamma di Christian 5 anni, e Francesco, tre mesi. Mikaela arriva da Milano, “il primo anno mi è venuta la depressione, alle sette di sera le strade sono vuote. Poi mi sono abituata, sono arrivati i figli”.

Sharon ha 29 anni e tre bambini. Viola, 3 anni e mezzo, Alisée, un anno e mezzo, Nicole, 6 mesi: “Nostalgia di Milano? No. Qui c’è tutto: la farmacia, la macelleria, il pane, la lavanderia. Manca un supermercato, ecco”. E manca un pediatra, in questo paese pieno di passeggini, tutta colpa dell’accorpamento dei servizi dell’Asl.

C’è molto altro. “Il fattore umano”, spiegano Samuele, 32 anni, e la moglie Stefania, 29. “Siamo arrivati qui senza conoscere nessuno, la comunità ci ha subito coinvolti. I figli? Per noi il matrimonio significa averne, ed eccoli qua”, Lala di 3 anni e Matteo di 5 mesi, ma la cosa più importante “è che c’è affiatamento con i vicini, conosciamo un sacco di persone, e non solo genitori come noi”.

Il sindaco va in controtendenza: niente figli, “ma sono sposato da poco”. La vicesindaca Elisa Marini pure, ma non ha neanche 30 anni. A fine anno, come è tradizione, hanno radunato neogenitori e neofigli per una festa di benvenuto. Una pigotta Unicef in regalo a tutti, il messaggio è che “Lambrugo ci tiene ai suoi bambini”. E allora, sindaco, cosa fate in concreto. “Questo, ad esempio “, e mostra la biblioteca, perché “bisogna investire sulla cultura dei ragazzi” e su quella dei piccolissimi, che hanno un angolo tutto per loro, seggioline colorate, libretti e giochi. E 30mila euro per pagare il pulmino che porta i bambini alla scuola media a Merone, perché qui non c’è più, ma magari tornerà.

Più: 40mila euro all’anno di contributi comunali all’asilo, istituzione fondamentale che si chiama Fondazione Maria Monti, che era una “signorina che ha donato tutti i suoi averi ai bambini del paese, compreso il parco”. L’asilo costa 100 euro al mese, più 4,50 euro a pasto consumato. Più: pulmino gratis per portare i bambini in piscina una volta a settimana. E sei aree gioco con scivoli, altalene e pavimento antinfortuni. Il sindaco Costanzo vuole ampliare l’elementare “sennò non ci stanno tutti”, e ha già potenziato il pre, il post e il dopo scuola, con due educatrici e due volontarie. C’è il centro estivo per coprire il mese di luglio. Mettiamoci anche l’oratorio, aperto dalle 8,30 alle 17,30, il parroco don Carlo è molto contento di tutti questi bambini che piovono a Lambrugo, anche se lamenta “sempre meno battesimi, purtroppo”. Poche feste religiose, molti eventi che il sindaco (“è molto social, mette tutto su Facebook”, dice Mara) e la sua minigiunta si inventano con la potente Associazione

genitori: la castagnata, la festa dell’8 dicembre, tutti vestiti da elfi; il mercatino di Natale; la Notte delle fate e delle streghe, e avanti così, “io lavoro a Milano tutto il giorno, poi torno qui”, dice Ivan Ambrosoli, papà di Andrea, “tiro un sospiro di sollievo, questo è un posto rassicurante “, così sicuro che l’ultimo fatto di cronaca nera è stato il furto di 10 brioche, al bar della stazione, l’anno scorso.

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